Visita Pastorale di Giovanni Paolo II: I Discorsi

Di seguito riportiamo i discorsi tenuti di Giovanni Paolo II difronte ai bambinim giovani e consiglio pastorale durante la sua visita pastorale nella parrocchia San Francesco di Sales il giorno 13 Marzo 1994. Il seguente contributo è tratto dal sito ufficiale della santa sede.

Ai bambini

Francesco ha posto tante domande; non è facile ricordarle tutte. Ma cercheremo di dare qualche risposta globale e sintetica. Se io mi trovo qui in questa parrocchia, è grazie a Monsignor Monduzzi. Lo conoscete? Vi auguro di conoscerlo bene, perché è lui che guida il Papa dappertutto. Dice al Papa: tu devi andare oggi in questa parrocchia, e io devo andare… Non faccio che obbedire! Ma non è solamente lui, è anche il Cardinale Ruini che mi “comanda” a Roma. Il vostro collega mi ha chiesto perché vado in tante parrocchie di Roma: perché me lo “comandano” . . . E poi c’è Monsignor Mani che mi “comanda” di venire qui, in questo suo Settore della Diocesi: Roma Est. Così ho spiegato qualcosa.

Oggi ho sentito che voi cantate la gioia. È Quaresima, ma voi cantate la gioia. È giusto che cantiate la gioia, perché questa IV Domenica di Quaresima tradizionalmente si chiamava “Laetare”. “Laetare” vuol dire “gioire”. Perché i cristiani gioivano in questa Domenica? Gioivano a motivo del loro Battesimo. Gioivano specialmente i catecumeni che si preparavano al Battesimo e in questo giorno ricevevano già il simbolo della fede. Allora erano ammessi alla fede. La catechesi principale era questa.

Voi sapete chi è il catecumeno? È quello che si prepara al Battesimo. Ci sono poi i neocatecumeni, o neocatecumenali, in questa parrocchia. Era così importante nella Chiesa primitiva, e lo è sempre nella Chiesa, la preparazione al Battesimo. Il Battesimo è un grande mistero, una grande realtà cristiana. È l’inizio della vita in Cristo. E i catecumeni si preparavano e si preparano ad iniziare bene la vita in Cristo. Oggi per i piccoli appena nati manca il catecumenato vero e per questo ci vuole un neocatecumenato, un catecumenato posteriore che completa quello che manca al piccolo neonato battezzato. Così si spiega la grande importanza del movimento neocatecumenale.

Devo dire che tutto il periodo quaresimale che viviamo adesso ci ricorda ogni anno questo cammino catecumenale: come si preparavano a ricevere il simbolo e poi, dopo alcune settimane, a ricevere Gesù Risorto. Il Battesimo vuol dire la nuova vita in Gesù, questa nuova vita manifestata, rivelata attraverso la sua Risurrezione dopo la morte.

Così spiego a voi, ragazzi e ragazze, l’importanza di questa Domenica odierna. Voi siete diverse: alcuni si preparano alla Prima Comunione, altri alla Cresima. Vi sono diverse tappe. Tra di voi ci sono anche alcuni scout. Tutti fanno lo stesso cammino cristiano. Dal Battesimo alla Prima Comunione, alla Cresima e poi agli altri Sacramenti: quello del Matrimonio, per gli sposi, e poi quello del Sacerdozio, per i chiamati.

Mi ha chiesto il vostro collega: perché hai scelto di fare il prete? Devo dire che non tanto ho scelto io, ma Gesù ha scelto me, come ha detto una volta agli Apostoli: non voi avete scelto me, ma io ho scelto voi. Poi mi ha chiesto se sono contento di fare il Papa. Lo vedete, basta vedere cosa faccio. Se mi hanno scelto per fare il Papa, se Gesù mi ha scelto per essere il Successore di Pietro, io sono contento, grazie a Dio. Voi non avete bisogno di un Papa triste. Il Papa deve essere gioioso, contento.

A quanti anni ho iniziato ad andare in chiesa? Penso dai primi anni della mia vita. Certamente dalla scuola elementare ho cominciato a vivere i misteri della fede, soprattutto la Messa, ma anche la devozione alla Vergine, il Rosario, la Via Crucis.

Mi chiedete: ti prendevano in giro perché andavi in parrocchia? Non tanto. Ero libero. Potevo andare o non andare, ma io volevo andare.

Come ho fatto ad imparare tante lingue, mi avete chiesto. Si imparano con la memoria e anche con l’intelletto. E poi le lingue si impongono quando si deve andare in un Paese, come per esempio in Lituania: si deve imparare una lingua che è molto bella ma molto specifica, molto antica etimologicamente.

Perché mi piace visitare tante parrocchie di Roma? Perché mi piacciono i ragazzi. Se vado in una parrocchia incontro i fedeli, incontro gli anziani, che sono tanto piacevoli, e incontro i bambini, che sono i più piacevoli di tutti.

Come mi è venuta la voglia di amare Gesù? Oggi parleremo di questo. L’amore non viene da noi, viene da Lui. Lui ci ama e noi dobbiamo rispondere amandolo. Se noi non amiamo, vuol dire che non rispondiamo al suo amore.

Se fossi oggi ragazzo quale strada prenderesti?, mi avete chiesto. La stessa, perché non è mia, è quella che mi ha scelto Gesù, come ha scelto anche questa strada forse per qualcuno di voi. Chiedetevelo, pensate se Gesù ha scelto questa strada per uno di voi ragazzi o per una di voi ragazze: questa strada di seguire Gesù.

Mi avete chiesto infine: delle volte ho paura di seguire Gesù, che mi consigli? Coraggio! Voi avete questa bella parola italiana che spiega tutto: coraggio!

Adesso ci prepariamo a celebrare l’Eucaristia. Non c’è qui una chiesa: la faremo all’aperto. Vi ringrazio tutti: ragazzi, ragazze, bambini, adolescenti, genitori, catechisti e anche quelli che suonano. Il Signore vi benedica.

Al Consiglio pastorale

Il nostro Cardinale mi aveva sempre promesso che saremmo arrivati in futuro a visitare queste parrocchie senza chiesa. Ma siamo già oggi in una parrocchia senza chiesa.

Cosa posso dire a voi, carissimi, che siete il Consiglio pastorale? Ho un’esperienza delle parrocchie senza chiesa, una grande esperienza che risale al passato. Anche a Cracovia, chiese famose, come per esempio Nowa Utor, per tanto tempo sono state senza chiesa. Si celebrava come si celebra qui. Il clima non era lo stesso, era un po’ diverso: più freddo, più piovoso . . .

Mi auguro che il vostro Consiglio pastorale e tutta la parrocchia non si abituino a questa situazione. Dovete rompere con questa abitudine, dovete cercare di avere la chiesa sotto un tetto. È più comodo, nonostante il clima e tutte le circostanze, l’aria buona: è meglio avere un tetto . . .

Quando sento il Consiglio pastorale, penso che la parrocchia è sempre un grande “consultorio”. La Chiesa è un grande “consultorio” per tutti noi, per tutti i fedeli, per tutti quelli che dubitano, per tutti quelli che cercano, per tutti quelli che sono lontani: è un grande “consultorio”. Che cosa possiamo consultare? Penso che la risposta si trovi nella Liturgia di oggi, nella Parola di Dio, nel Vangelo. Vi auguro di essere questo “consultorio”, il nucleo del “consultorio” parrocchiale, per il parroco e anche per i vostri parrocchiani, fratelli e sorelle di questo quartiere. Vi auguro una buona Quaresima e una buona Pasqua!

Ai giovani

Cosa devo dirvi? Soprattutto che siete molto benevoli. Stamattina, in questa stessa sala, i bambini, i ragazzi della scuola elementare mi hanno “esaminato”: mi hanno rivolto molte domande e ho dovuto rispondere a tutte… Invece voi non fate nessuna richiesta, nessuna domanda, nessun “esame”: solamente un album e un canto. È una parrocchia che canta forte, si fa sentire. Aveva ragione Sant’Agostino quando diceva che chi canta prega due volte: “qui cantat bis orat”. Se fosse solo una preghiera recitata, sarebbe ascoltata in un raggio più modesto. Ma quando c’è un canto, tutto il quartiere lo sente, tutta Roma lo sente. Allora mi congratulo con voi per questi canti.

Siete studenti, alcuni lavorano, forse alcuni sono sposati o si preparano al matrimonio come fidanzati. Cosa posso augurarvi? Una sola parola che Cristo ripeteva sempre: “Seguimi!”. Non importa cosa farete: se farete medicina, giurisprudenza, teologia, se sarete sposati o celibi. “Seguimi”: questo è tutto. È una parola misteriosa. Gesù la ripeteva tante volte. L’ha ripetuta anche a Giuda, a Levi, Matteo, che era un esattore, a Pietro, a Paolo, che erano peccatori. È una parola misteriosa, che sempre porta frutti. La Chiesa non fa che ripeterla, soprattutto ai giovani. Dicono che questo Papa sta molto bene con i giovani, cammina bene. Ma lo fa perché sa ripetere questa sola parola: seguimi, seguilo. Se si comincia a seguirlo, allora subito vengono le illuminazioni, che ci mostrano come vivere da studente, da studentessa, da fidanzato, da moglie, da madre, da padre, da medico, da giurista, da sacerdote.

Gesù non è solamente ideologia, è la persona. È la persona più misteriosa, perché è Figlio che cammina verso il Padre, e lo fa nello Spirito Santo. Ha detto: sarò con voi sempre, nello Spirito Santo.

Devo ancora fare un elogio delle vostre chitarre e di questi flauti: una bella cosa. Buona Quaresima e buona Pasqua!