29 giugno 2020: Messaggio alla Comunità Parrocchiale

Carissimi tutti,

oggi la Chiesa Universale celebra la Solennità dei Santi Pietro e Paolo e per la sola Diocesi Roma, dal 1986, è anche festa di precetto…Dunque speriamo di vedervi a messa. Inoltre i due santi sono i Patroni Principali di Roma, città nella quale, durante la persecuzione di Nerone, hanno subito il martirio. Nella già citata raccolta A.S. della Visitazione di Santa Maria, si dice che il 29 giugno 1593 il prevosto Francesco di Sales, su invito del suo vescovo Monsignor de Granier, al quale succederà come Vescovo di Ginevra, fece una “predica” in occasione di questa festa dei due apostoli. Leggiamo testualmente: “La pietà del santo prevosto si distinse assai in questa predica, e il frutto che se ne trasse per il bene delle anime fu grandissimo. Del resto egli sentiva una devozione incredibile verso i gloriosi Principi della Chiesa Pietro e Paolo, e li diceva due luminari da Dio creati nel firmamento della Chiesa”. Sono innumerevoli le citazioni di questi due santi nelle opere del Salesio che non teme, però per amore della Verità, di soffermarsi anche sulle loro imperfezioni. In una Esortazione, citando San Giovanni Crisostomo, vescovo e teologo del IV secolo, dice che “parlando di San Paolo, a giusta ragione lo loda moltissimo con tanto onere e stima da meravigliare per le lodi tributate alle sue virtù…Ma dopo tutto questo…parla anche dei suoi difetti e descrive i suoi peccati e le sue imperfezioni”.

In un’altra Esortazione, parlando dell’Apostolo Pietro, Francesco dice: “San Pietro aveva detto a Nostro Signore con grande fervore: Non ti abbandonerò mai, piuttosto morirò con te (Gv 13,37); poi, davanti ad una servetta, lo rinnegò tre volte. Quando sorgono in noi ardenti desideri di fare cose grandi per Iddio, dobbiamo più che mai sprofondarci nell’umiltà, diffidare  di noi ed avere fiducia in Dio, gettandoci tra le sue braccia”.

Come vedete, anche i grandi santi, nonostante il loro amore per Dio, hanno dovuto fare i conti con le loro imperfezioni umane. Come le hanno combattute e vinte? Con l’umiltà. Paolo, nella Prime lettera agli abitanti di Corinto (15,8) definisce se stesso come l’infimo degli apostoli (un aborto!) per aver perseguitato i seguaci di Cristo; Pietro, tanto sicuro di sé, abbandonerà Gesù nell’orto degli ulivi, ma dopo il triplice rinnegamento, pianse amaramente per la sua vigliaccheria (Mt 26,75).

Dunque, non ci spaventiamo di fronte alle nostre difficoltà, imperfezioni e fallimenti. Come Pietro  Paolo presentiamoci davanti alla misericordia dl Signore e con tutta umiltà confessiamo i nostri peccati nella certezza del suo perdono.

Preghiamo:

Signore che hai accolto le lacrime di Pietro e l’umiliazione di Paolo, dacci il coraggio di affrontare, come loro, il buon combattimento della fede non confidando sulle nostre forze, ma affidandoci ai meriti del Tuo Amore aperto ad ogni uomo e ogni donna che si rivolge a te con cuore umile e disposto al tuo perdono. Amen.

A tutti voi l’augurio di trascorrere questo giorno in compagnia dei Santi Pietro e Paolo,

PG&PGR

P.S. Auguri a tutti i Pietro e Paolo che conosciamo e a quanti oggi compiono gli anni.