Carissimi,
come dicevamo ieri, Francesco di Sales afferma che “anche noi abbiamo due tende: una esterna, che è il corpo che portiamo, e l’altra interna che è l’anima per la quale viviamo”. Dicendo questo egli non fa altro che interpretare il pensiero di san Paolo quando, scrivendo agli abitanti di Corinto dice che i nostri corpi sono abitazioni impastate e formate di argilla, e Dio ha chiuso in esse grandi tesori (Cfr. 2Co 4,7). Questi tesori sono le nostre anime che, “come tende interne, sono nascoste nei nostri corpi e come l’anima sostiene il corpo e gli dà vita, così la dottrina evangelica nutre l’anima e la vivifica, fornendole la luce e la forza al fine di guidarla e farla giungere a quell’altra tenda più interiore dove abita l’Altissimo”. Tutti sappiamo quanto sia importante curare il nostro corpo, nutrirlo in modo equilibrato, non sottoporlo a sforzi eccessivi, ecc. Allo stesso modo, anche la nostra anima ha bisogno di essere sostenuta attraverso l’insegnamento evangelico; infatti, a che cosa gioverebbe curare il nostro corpo dimenticando di curare la nostra anima? (Cfr. Mc 8,36). La fede ci invita a credere che alla fine dei tempi, ci sarà il ricongiungimento dei nostri corpi con le nostre anime: “Allora li vedremo (i nostri corpi) con una gioia indicibile, gloriosi a motivo della loro congiunzione con l’anima con la quale non avranno più divergenze e contrapposizioni, ma le saranno totalmente sottomessi e soggetti”. Hanno un bel dire i fautori antichi del materialismo, gli illuministi del XVIII secolo come Voltaire e altri più moderni come Marx, Engels e Comte. Ciò che Dio ha creato non può essere negato dall’uomo che non è capace di vedere al di là del proprio naso. Ma torniamo al nostro testo: ricorderete certamente che quella vasca interna era completamente circondata di specchi (Es 38,8). In questi specchi, il nostro Oratore vede “gli esempi dei santi, che, dopo aver ricevuto la dottrina cristiana, l’hanno praticata così fedelmente e alla lettera che possono dire che gli episodi della loro vita sono come altrettanti specchi che abbelliscono e arricchiscono la vasca della legge evangelica”. Egli, dunque, ci invita ad avere sempre dinnanzi a nostri occhi l’esempio dei santi “per uniformare ed impostare su di essi tutte le nostre azioni” e con la preghiera chiediamo al Signore di darci il coraggio e la forza di farlo:
O Dio, Padre infinito e fonte di ogni grazia, ti ringraziamo per tutti i santi conosciuti e sconosciuti che ora godono della tua gloria e condividono la luce del tuo Regno; ti chiediamo di imparare ad imitarli nella vita di tutti i giorni. Amen
Un’idea: cerchiamo, attraverso qualche “motore di ricerca”, la vita del santo o della santa di cui portiamo il nome e impegniamoci, oggi, ad imitarne qualche virtù.
Buona giornata,
PG&PGR