Pensieri ed Aforismi

Di seguito riportiamo pensieri ed aforismi di San Francesco di Sales tratti dalle sue opere e dalla sua vita. Si ringrazia Aforismi.meglio.it per aver concesso la pubblicazione delle citazioni.

In ciascuno dei tuoi istanti è contenuto, come in un nocciolo, il seme di tutta l’eternità.

Tristezza e malinconia sono brutte compagne che arrugginiscono l’anima.

Un cristiano triste è un triste cristiano.

Non desiderate non essere ciò che siete, ma desiderate essere molto bene ciò che siete.

Accusiamo il prossimo per cose lievi e scusiamo noi stessi in cose grandi.

Dal momento che viviamo nel mondo, bisogna seguire le leggi del mondo in tutto ciò che non è peccato.

Il cuore parla al cuore.

Cor ad cor loquitur.

Quel che facciamo per gli altri ci sembra sempre molto, quel che per noi fanno gli altri ci pare nulla.

Bisogna avere un cuore capace di pazientare; i grandi disegni si realizzano solo con molta pazienza e con molto tempo.

Diciamo così: Dio è il pittore, la nostra fede è la pittura, i colori sono la parola di Dio, il pennello è la Chiesa.

Chi conquista il cuore dell’uomo conquista tutto l’uomo.

Dire il Rosario è un modo molto utile di pregare, purché tu sappia dirlo: per questo devi avere qualche libretto che te lo insegni.

È un ottimo segno che il nemico si ostini a bussare alla porta: questo vuol dire che non ha ottenuto quello che voleva.

Fra i poveri, quelli che sono più miserabili e coperti di piaghe più gravi e impressionanti si considerano come i poveri migliori e più indicati per attirarsi le elemosine. Noi non siamo altro che poverelli: i più miserabili fra noi si trovano in migliori condizioni, perché la misericordia di Dio si rivolge di preferenza a loro.

I bambini, a forza di ascoltare le mamme e balbettare dietro loro, imparano la loro lingua; avverrà lo stesso per noi se ci terremo vicino al Salvatore con la meditazione: osservando le sue parole, le sue azioni e i suoi affetti, impareremo, con il suo aiuto, a parlare, agire e volere come Lui.

Il male è già mezzo guarito quando se n’è scoperta la causa.

Il primo suggerimento che danno all’anima agitata è quello di non accettare consigli, e, quando se ne ricevono, di considerarli come provenienti da persone di poca o di nessuna esperienza. Essi sollecitano sempre a far presto; vogliono che si concluda l’affare prima di avere trattato, e si contentano di una breve preghiera che non serve, se non come di pretesto anche per concludere cose più importanti.

In ogni momento, in ogni circostanza, facciamo appello a questa dolce Madre, invochiamo il suo amore materno e, facendo ogni sforzo per imitare le sue virtù, abbiamo per Lei un sincero cuore di figli.

L’amor proprio muore solo quando moriamo noi, e conosce tanti modi di rintanarsi nella nostra anima, che non si riesce mai a farlo sloggiare.

L’effetto della pazienza è quello di possedere bene la propria anima; e quanto più la pazienza è perfetta, tanto più il possesso dell’anima diviene completo ed eccellente.

Le tentazioni contro la fede vanno diritte all’intelligenza per indurla a disputare, ad almanaccare e a sognare.

Non bisogna fare assegnamento sul passato, ma che, tutti i giorni, dovete dire con Davide; proprio ora comincio ad amare Dio.

Non bisogna rispondere minimamente né dimostrare d’aver udito quello che il nemico dice.

Oh, piacesse a Dio che non badassimo molto alle condizioni del cammino che percorriamo, ma tenessimo gli occhi fissi su Colui che ci guida e sul felicissimo paese verso il quale ci guida!

Una persona non deve mai lasciare le sue pratiche o allontanarsi dalle comuni regole della virtù, se non vede la volontà di Dio dall’altra parte.

Guarda il Cielo e non lasciarlo per la tetra; guarda l’inferno e non gettarti in esso per gli attimi che fuggono; guarda Gesù Cristo, non rinnegarlo per alcuna cosa al mondo; quando la fatica della vita devota ti sembrerà dura, canta con S. Francesco: Tutta la pena mi è diletto, per il bene che m’aspetto.

Viva Gesù, al quale, con il Padre e lo Spirito Santo sia onore e gloria, ora e sempre, nei secoli dei secoli. Amen!

Ci sono anime che si disperdono tanto a pensare che cosa fare, da non avere più il tempo di fare niente; e in ciò che riguarda la perfezione, che consiste nell’unione della nostra anima con la divina bontà, la questione è di sapere poco e fare molto.

È necessario che abbiamo due risoluzioni uguali: vedere le erbe cattive che crescono nel nostro giardino ed avere il coraggio di volerle strappare; infatti il nostro amor proprio, che è ciò che produce queste impertinenze, non morirà fino a che vivremo.

Il contadino non sarà mai messo sotto accusa se non ottiene un buon raccolto, ma lo sarà certamente se non ha ben coltivato e ben seminato i campi.

Le ispirazioni si fanno sentire in noi senza di noi, ma non ci fanno acconsentire senza di noi!

Non è per la grandezza delle nostre azioni che noi piaceremo a Dio, ma per l’amore con cui le compiamo.

Preferirei portare una piccola croce di paglia che mi avessero posto sulle spalle, senza scelta da parte mia, piuttosto che andare nel bosco a tagliarne una assai grande con molta fatica e portarla poi con grande pena.

Quando si è nell’agitazione è necessario non fare né dire alcuna cosa, se non rimanere fermi e risoluti nella decisione di non seguire le nostre passioni, qualsiasi motivo avessimo per farlo.

Dio vuole che la vostra miseria sia il trono della sua misericordia, e le vostre incapacità la sede della sua onnipotenza. Le vostre incapacità non vi impediscono di rientrare in voi stessa: vi impediscono solo di piacere a voi stessa!

È necessario sopportare gli altri, ma in primo luogo è necessario sopportare se stessi e rassegnarsi ad essere imperfetti.

È sempre molto dannosa quella distrazione del cuore che porta ad avere il cuore in un posto ed il dovere in un altro.

Gli alberi sradicati dal vento non sono adatti per essere trapiantati altrove, perché hanno lasciato le radici nella terra. Chi vuole trapiantarli in altra terra, deve invece avere cura di liberare a poco a poco le radici una dopo l’altra.

Gli eretici sono eretici e ne portano il nome, perché tra gli articoli della fede scelgono, secondo il proprio gusto e a loro piacimento.

Il cuore umano tende a Dio per inclinazione naturale, senza sapere veramente chi sia

La fede è la grande amica del nostro spirito e può, a buon diritto, parlare alle scienze umane.

La salvezza viene indicata dalla fede, preparata per la speranza, ma è data soltanto alla carità.

Se un uomo sa di essere amato, poco importa da chi, è spinto a riamare; ma se è un uomo insignificante che viene amato da un grande signore, senza dubbio, la spinta a riamarlo sarà molto più forte.

La devozione è possibile in ogni vocazione e professione. Nella creazione Dio comandò alle piante di produrre i loro frutti, ognuna “secondo la propria specie” (Gn 1, 11). Lo stesso comando rivolge ai cristiani, che sono le piante vive della sua Chiesa, perché producano frutti di devozione, ognuno secondo il suo stato e la sua condizione.

La devozione deve essere praticata in modo diverso dal gentiluomo, dall’artigiano, dal domestico dal principe, dalla vedova, dalla donna non sposata e da quella coniugata. Ciò non basta; bisogna anche accordare la pratica della devozione alle forze, agli impegni e ai doveri di ogni persona.

Sarebbe conveniente se il vescovo volesse vivere in una solitudine simile a quella dei certosini? E se le donne sposate non volessero possedere nulla come i cappuccini? Se l’artigiano passasse tutto il giorno in chiesa come il religioso e il religioso si esponesse a qualsiasi incontro per servire il prossimo come è dovere del vescovo? Questa devozione non sarebbe ridicola, disordinata e inammissibile? Questo errore si verifica tuttavia molto spesso.

La devozione non distrugge nulla quando è sincera con gli impegni di qualcuno, è senza dubbio falsa.

L’ape trae il miele dai fiori senza sciuparli, lasciandoli intatti e freschi come li ha trovati. La vera devozione fa ancora meglio, perché non solo non reca pregiudizio ad alcun tipo di vocazione o di occupazione, ma al contrario vi aggiunge bellezza e prestigio.

Tutte le pietre preziose, gettate nel miele, diventano più splendenti, ognuna secondo il proprio colore, così ogni persona si perfeziona nella sua vocazione, se l’unisce alla devozione. La cura della famiglia è resa più leggera, l’amore fra marito e moglie più sincero, il servizio del principe più fedele, e tutte le altre occupazioni più soavi e amabili.

È un errore, anzi un’eresia, voler escludere l’esercizio della devozione dell’ambiente militare, dalla bottega degli artigiani, dalla corte dei principi, dalle case dei coniugati.

È vero che la devozione puramente contemplativa, monastica e religiosa può essere vissuta solo in questi stati, ma oltre a questi tre tipi di devozione, ve ne sono molti altri capaci di rendere perfetti coloro che vivono in condizioni secolari.

Dovunque ci troviamo, possiamo e dobbiamo aspirare alla vita perfetta.

I ciechi, pur non vedendo il Principe al cui cospetto si trovano, non per questo non tengono un contegno rispettoso se sono avvertiti di tale presenza; però, non vedendolo, dimenticano facilmente la sua presenza; di conseguenza ancor più facilmente dimenticano il contegno rispettoso. Noi siamo così: pur sapendo che Dio è presente, non lo vediamo; è la fede che ci ricorda la sua presenza. Non vedendolo materialmente con gli occhi ce ne dimentichiamo molto spesso e ci comportiamo come se Dio fosse molto lontano. Sappiamo bene che è presente in tute le cose, ma non ci pensiamo, ed è quindi come se non lo sapessimo.