Carissimi,
dal dispetto, dall’orgoglio e dalla vanità, continua Francesco di Sales, nasce in Tommaso la disperazione cioè “egli perse la speranza che Nostro Signore avrebbe mantenuto la promessa di risuscitare dopo tre giorni, dato che non l’aveva visto”. La speranza, nella vita di fede è essenziale e quando viene a mancare, lo vediamo soprattutto nei giovani, può causare un malessere che, talvolta, li porta a compiere gesti a dir poco inqualificabili. Non crediamo di esagerare nel dire che tanti fatti di cronaca dei quali sentiamo parlare, siano, in fondo, causati dalla mancanza di speranza, dall’orgoglio e dalla vanità di rendersi “importanti”. Torniamo al testo: “Nostro Signore, sempre molto buono e misericordioso, non potendo tollerare oltre che quella pecorella del suo gregge rimanesse incerta e smarrita nella fede, con molta pazienza e bontà va a trovare san Tommaso, in presenza degli altri Apostoli, e, dopo aver salutato tutti, secondo la sua abitudine, dicendo: Pace a voi, si rivolge al più ammalato di tutti”. Anche di fronte alle nostre “malattie”, alla nostra incredulità, alle nostre resistenze, il Signore non si arrende, non ci abbandona e così, come ha fatto con Tommaso, ci invita a mettere la nostra mano nel suo costato, il nostro dito delle piaghe delle sue mani; ci invita ad essere partecipi delle sue sofferenze. E quando accettiamo il suo invito e ci lasciamo convincere che è dalla sua morte e risurrezione che possiamo attingere la speranza che dà senso alla nostra vita, allora possiamo esclamare con Tommaso: Signore mio e Dio mio! La professione di Tommaso dopo quella prova lo porta non soltanto a credere nella risurrezione del Cristo, ma a proclamarlo, in seno a tutta la comunità apostolica, Dio. E’ dunque in seno alla Chiesa che si trova la vera fede, la forza, il coraggio e la pace. Questa Esortazione di Francesco era rivolta, in modo particolare a quanti decidono di consacrare al Signore “i loro cuori, i loro corpi e le loro volontà…per seguire in tutte le cose la volontà di Dio…”, ma siamo convinti che queste parole possano essere valide per ogni uomo ed ogni donna che si mette al servizio di Dio e del prossimo nell’osservanza dei Comandamenti e, soprattutto, del comandamento dell’Amore, in qualunque stato di vita. In questo troverà la vera pace.
Domani celebreremo la solennità di Pentecoste e dunque anticipiamone la preghiera
O Dio, che nel mistero della Pentecoste santifichi la tua Chiesa in ogni popolo e nazione, infondi sino ai confini della terra i doni dello Spirito Santo, e rinnova anche oggi nel cuore dei credenti i prodigi che nella tua bontà hai operato agli inizi della predicazione del Vangelo. Amen.
Signore continui oggi e sempre ad infondere in noi il suo Spirito d’amore e di pace per farci riscoprire, giorno dopo giorno, la bellezza di essere Chiesa.
Buona giornata, buona festa della Pentecoste a tutti e a noi, di questa comunità parrocchiale, buona festa della Comunità.
PG&PGR