12 Maggio 2025: Messaggio alla Comunità Parrocchiale

Carissimi,

la preghiera, afferma Francesco di Sales, è sempre “un’elevazione a Dio” e, anche se spesso la affidiamo ai santi e agli angeli, “non è a loro che innalziamo il nostro spirito, né a loro che rivolgiamo le nostre preghiere, come affermano con malignità gli eretici; ma chiediamo loro soltanto di unire le loro preghiere alle nostre…”. In effetti molti cadono in questo errore e dicono: ho pregato il tal o tal altro santo per chiedere una grazia. Le grazie, sia ben chiaro, le concede soltanto il Signore attraverso la nostra preghiera sostenuta (intercessione) dai santi. Per chiarire meglio questo concetto il Nostro torna all’episodio evangelico di cui stiamo parlando. Egli sottolinea che è san Giuseppe che affida il Bambino nelle braccia del santo vecchio Simeone in quanto era un compito che spettava al padre. Ma al di là di questo ii santo vescovo ci invita a riflettere su quali sono le condizioni per “accogliere Nostro Signore tra le braccia, nella qual cosa consiste la vera orazione”. L’evangelista Luca sottolinea che quest’uomo era giusto e timorato di Dio, ma “che cosa significa questo se non che aveva aderito con la sua volontà a quella di Dio? Essere giusto non vuol dire altro che essere secondo il cuore di Dio e vivere secondo il suo beneplacito”. Noi, spesso, non siamo in grado di pregare come desidera il Salvatore in quanto la nostra volontà non sempre è modellata su quella di Nostro Signore. Riflettiamo bene: quando preghiamo noi chiediamo a Dio tante cose per noi stessi, per la nostra famiglia, per i nostri amici. Ma quanto siamo disposti veramente ad adattare la nostra volontà a quella di Dio? Quante volte diciamo “sia fatta la tua volontà” e quanto siamo disposti ad accettarla quando è diversa dalla nostra? Pregare come vuole il Signore, essere giusti nei suoi confronti, non è una cosa facile e non è una ripetizione di formule che abbiamo imparato da piccoli. Per essere dei cristiani adulti bisogna adattare “la nostra volontà a quella della divina Maestà, in ogni circostanza, sia nell’orazione che in altre situazioni” e solo in questo modo “faremo sempre le nostre orazioni e tutte le altre cose utilmente e in modo che piaccia alla sua bontà”. Praticamente dobbiamo reimparare a pregare.

Preghiamo

Signore, insegnaci a pregare, non solo a chiedere, ma prima di tutto a ringraziare per il tuo amore, per la tua presenza nella nostra vita, anche nelle cose che ci fanno soffrire o ci sembrano troppo grandi per le nostre fragili spalle. Siamo certi che tu le porterai con noi. Amen

Ed oggi ricaviamoci un momento per “prendere in braccio quel Bambino…”. Papa Leone XIV l’ha fatto accettando il peso dell’intera Chiesa. Aiutiamolo con la nostra preghiera.

Buona giornata,

PG&PGR