15 Maggio 2025: Messaggio alla Comunità Parrocchiale

Carissimi,

I.N.R.I., Gesù di Nazaret, Re (dei giudei). Francesco di Sales si chiede che cosa rappresentino nella nostra vita di fede queste tre parole divine. In primo luogo: Gesù. Ossia Salvatore; in secondo luogo: di Nazaret, città in fiore (fiorita); il terzo luogo: nostro Re; “tre titoli che gli sono sommamente dovuti”. Che strano! Sono titoli dovuti al Cristo eppure poche volte ci fermiamo a considerare che ci coinvolgono direttamente: “Salvatore” di chi se non nostro? “Di Nazaret”, in quanto non sconosciuto come quello al quale gli ateniesi avevano dedicato un altare; “Re”, certamente dei giudei, ma anche del nuovo Israele, cioè noi. L’Oratore si sofferma a lungo per illustrare meglio tali concetti, ma noi cercheremo, senza mortificarlo troppo, di sintetizzare il suo pensiero: “Prima di tutto è Salvatore…non solo degli uomini, ma anche degli Angeli. Tutti ricevono la salvezza dalla divina Bontà, e l’hanno in virtù della passione e morte di Gesù Cristo; infatti dall’eternità ha progettato questo atto di misericordia…” Chi ci segue da tempo avrà certamente notato che Francesco, parlando della salvezza operata attraverso la croce, spesso accomuna gli uomini e gli Angeli e questo in quanto entrambi sono esseri creati. Ma qui fa una distinzione importante affermando che Nostro Signore “pur essendo il Salvatore degli Angeli, non è il loro Redentore, ma bensì quello degli uomini”. E ce ne spiega il perché: gli Angeli non hanno bisogno di Redenzione dato che, come detto prima, la loro salvezza dipende dal progetto che Dio aveva fin dall’eternità e sono stati confermati in grazia nel momento in cui hanno scelto, a differenza degli angeli ribelli, di servire Dio. L’uomo, invece, ha bisogno di essere salvato e redento. Prosegue, infatti, il Nostro: “Appena l’uomo ebbe mangiato del frutto proibito…Nostro Signore decise di venire a riscattare quel povero uomo a prezzo del suo sangue prezioso rivestendosi della nostra natura umana, che unì in modo inseparabile alla propria Persona divina, per rendersi capace di patire e morire come poi ha fatto”. Come gli Angeli fedeli collaborarono, attraverso la loro scelta, alla propria salvezza, noi uomini e donne siamo chiamati a collaborare, attraverso le nostre scelte, all’opera della nostra salvezza e della nostra redenzione. Certamente dovremmo riflettere di più su questo.

Preghiamo

Signore Gesù, testimone fedele, unigenito Figlio del Padre, tu ci hai amati fin dall’eternità e hai lavato i nostri peccati nel tuo sangue. Concedici di testimoniare sempre la nostra fede attraverso le nostre scelte quotidiane. Amen

Anche oggi siamo chiamati ad essere testimoni del Cristo Risorto e a renderci utili al disegno di Dio. Non è una responsabilità da poco… Buona giornata,

PG&PGR