Carissimi,
era il 21 aprile 1620, martedì dell’Ottava di Pasqua e Francesco di Sales inizia questa nuova Esortazione citando il brano di Luca 24,36: «Pace a voi, sono io, non abbiate timore». I più attenti si saranno resi conto che è il Vangelo che si legge nella Domenica della Misericordia (quella dopo la domenica di Pasqua) e che narra la prima apparizione del Risorto ai discepoli. Ma il Nostro non pone qui l’attenzione al “dubbio” di Tommaso, lo farà in seguito: Quello che gli preme mettere in evidenza è quel primo dono che Gesù fa ai suoi dopo la Risurrezione: quello della pace: “Mentre gli Apostoli e i discepoli di Nostro Signore, come figli senza padre e soldati senza capitano, erano chiusi in casa pieni di paura, apparve loro il Salvatore per consolarli nel loro smarrimento e disse: Pace a voi”. La pace è dunque il primo dono del Risorto che invita i suoi (e noi) a non aver paura, a non essere afflitti, a non dubitare, ad una maggiore serenità perché Lui è veramente risorto e a riprova di questo li invita a guardare le sue mani, a toccare le ferite. Dalla pace che il Signore Gesù augura ai suoi, il Salesio ravvisa tre tipi di pace: “La prima è quella del santo Vangelo e della Chiesa; infatti il Vangelo e la Chiesa non sono che pace, dolcezza e serenità. Fuori dell’osservanza del Vangelo e dell’obbedienza alla Chiesa non si trova che guerra e turbamento”. Se il Vangelo fosse vissuto con più coerenza dai popoli che si dicono cristiani e la parola della Chiesa, espressa attraverso tanti suoi Pastori, meno disattesa, tanti problemi che affliggono l’umanità potrebbero essere risolti o, quanto meno, affrontati con minore superficialità”. Prosegue: “La seconda pace è quella che i santi Padri hanno distinto in tre specie: la pace con Dio, la pace tra gli uni e gli altri e la pace con se stessi. La terza è quella che possederemo nella vita eterna”, e aggiunge: “Se avrò tempo, tratterò di questi tre tipi di pace, ma di sicuro parlerò dei primi due”. La pace, sembra dire il Nostro, ha sempre avuto dei nemici e questo soprattutto quando ci si allontana da Dio e ne è testimone la storia del popolo d’Israele, le tante infedeltà ai Comandamenti e le conseguenti sofferenze. Quando Dio viene “accantonato”, “i nostri nemici spirituali avranno presa su di noi e noi saremo vinti…Il santo Vangelo, come la santa Chiesa, non è altro che pace…” Con la pace, proclamata dagli angeli alla nascita del Salvatore hanno “hanno avuto origine e con questa termineranno”.
Signore fa’ di noi degli operatori di pace. Essa è un dono che metti nelle nostre mani e spesso non siamo capaci di custodire. Aiutaci a viverla sempre, in ogni ambiente e in ogni occasione. Amen.
Mettiamoci oggi in ascolto della Parola del Signore, della parola della Chiesa e dei suoi Pastori che continuamente invitano alla pace: è stato il primo augurio espresso da Papa Leone il giorno della sua elezione a Sommo Pontefice e rivolto a tutti: nessuno ci privi di questo dono di Dio.
Buona giornata,
PG&PGR