Carissimi,
tutti parlano di pace, tutti invocano e sognano la pace, tutti dicono che la pace è possibile, ma vorremmo chiedere a molti di loro di quale pace parlano; la loro pace è fatta di accordi diplomatici o economici, di intese, di strette di mano, tutte cose sempre poco chiare e, comunque, fragili. Gesù ha detto: «Vi lascio la pace, vi do la mia pace. Non come la dà il mondo, io la do a voi» (Gv 14,27). Esclama Francesco di Sales: “Ma, Dio mio, quale pace è mai questa, e quanto diversa da quella che dà il mondo”. Quella del mondo si è sempre dimostrata una pace fragile (a volte falsa) e la storia ce lo insegna: ad una guerra ne fa sempre seguito un’altra più o meno cruenta: guerra armata, guerra economica, guerra politica, ecc. Il Nostro ci chiede di immaginare due barche che solcano le acque: nella prima Nostro Signore dorme placidamente a poppa, ma all’improvviso si scatena una tempesta e il battello comincia ad imbarcare acqua; i Pescatori sono terrorizzati e svegliano il Signore che prima ordina al vento e alle acque di calmarsi, poi rimprovera gli Apostoli per la loro poca fede (Cfr. Mt 8,23-26 e passi paralleli): “Il divino Maestro rimase nella pace nella quale dormiva, che proveniva dal candore e dalla purezza della sua anima”. Quello stesso rimprovero oggi il Signore lo rivolge anche a noi quando manchiamo di fede di fronte agli eventi e perdiamo la pace. La seconda barca, prosegue il de Sales, che rappresenta la pace dei figli del mondo, è quella dove si trova Giona (1,4-15). Il testo narra l’episodio della tempesta che travolse l’imbarcazione con la quale il profeta vuole fuggire dalla missione che Dio gli ha affidato. Anche Giona dorme mentre infuriano i marosi, ma il suo non è un sonno tranquillo, sereno come quello del Signore…e viene gettato in mare dai marinai terrorizzati che lo accusano di aver irritato Dio. Francesco ne conclude che la fuga di Giona è paragonabile a ciò che fanno i peccatori credendo di sfuggire a Dio: “Si vantano di dormire profondamente come se possedessero la pace, ma alla fine, al loro risveglio, scoprono di essersi ingannati…”. Quella pace effimera ed ingannevole si trasforma in ansia ed inquietudine intollerabile. Questo è ciò che accade all’uomo quando crede di poter trovare la pace in se stesso, quando si affida alle parole, alle promesse umane, alle illusioni. Da tutto ciò Dio viene escluso, messo a tacere, dimenticato. Sì, l’uomo nella sua superbia è capace di volgere le spalle al solo vero Principe della Pace.
Preghiamo
Signore Gesù che hai detto «vi lascio la pace, vi do la mia pace», intenerisci il cuore dell’uomo che non ha pace, che la cerca senza trovarla perché la cerca lontano da te affidandosi alle sue sole forze. Signore dacci la forza della tua pace. Amen
E se oggi si presenterà qualche contrarietà, affrontiamola con serenità e coraggio affidandoci maggiormente al Signore.
Buona giornata,
PG&PGR