18 Giugno 2025: Messaggio alla Comunità Parrocchiale

Carissimi,

“Il secondo legame che stringeva sant’Agostino – prosegue Francesco di Sales – era la vanità, favorito in questo dall’essere maestro di retorica, cioè del saper ben dire e ben parlare e dunque “era maestro di vanità e lo ammette personalmente”. All’epoca (siamo a cavallo tra il IV e il V secolo), i grandi maestri di retorica erano tenuti in grande considerazione e “ciò lo gonfiava ancor più, e in questo era sostenuto da uno spirito brillante e molto sottile”. Ci viene da sorridere pensando a tanti personaggi pubblici di oggi, a quante arie si danno anche se non sanno mettere due parole in croce. Scusateci! Il Nostro fa una distinzione tra i belli spiriti e i buoni spiriti dicendo che tra questi esiste la stessa differenza che c’è tra il pavone e l’aquila: Tutti e due sono uccelli, anche se appartenenti a famiglie diverse, ma, mentre il primo è bello solo a vedersi ed è incapace di fare lunghi voli, l’aquila, maestosamente, si lancia sempre più in alto verso il cielo. Commenta: “Lo stesso vale per i belli spiriti e per i buoni spiriti. I primi, essendo vanitosi, si interessano soltanto a vuote fantasie, e per poco che facciano diventano soltanto straordinariamente pieni di se stessi. Al contrario, i buoni spiriti compiono azioni buone e solide e non si gonfiano, anzi si fanno più piccoli ed umili”. Questo secondo vincolo ha tenuto prigioniero Agostino per circa trent’anni fino alla sua conversione; infatti “cambiò la bellezza del suo spirito in bontà, o meglio, unì la bontà alla bellezza…”. Forse tanti “pavoni” dei nostri giorni potrebbero prendere esempio da lui…! Il terzo vincolo di sant’Agostino, aggiunge l’Oratore, era l’avarizia, visto che insegnava per guadagno: “Orbene, era avaro. Questo è un legame forte; infatti, in forza dei suoi guadagni, nutriva grandi ambizioni e contava di arricchirsi e far carriera”. Soltanto la mano potente di Dio riuscì a liberare quest’anima dalle sue catene donandogli la vera libertà. Senza dubbio anche noi abbiamo bisogno di essere liberati dai tanti vincoli dell’uomo vecchio, come abbiamo già detto più volte; vincoli che, soltanto affindandoci alla misericordia di Dio, attraverso la preghiera e le opere di carità fraterna, potranno essere spezzati. Allora saremo uomini nuovi e donne nuove.

Preghiamo con le stessa parole di Agostino

Signore mio Dio, mia unica speranza, esaudiscimi e fa’ sì che non cessi di cercarti per stanchezza, ma cerchi sempre più il tuo volto con ardore. Dammi tu la forza di cercare, tu che hai fatto sì di essere trovato e mi hai dato la speranza di trovarti con una conoscenza sempre più perfetta. Amen

Anche oggi cerchiamo l’agire di Dio nella nostra vita, non in fatti straordinari, ma nella quotidianità.

Buona giornata,

PG&PGR