Carissimi,
Francesco di Sales paragona sant’Agostino, dopo la conversione, alla sposa del Cantico dei Cantici, ma aggiunge che essa può rappresentare anche tutta la Chiesa che, formata da tutti i cristiani, canta le lodi di Dio in ogni stato ed ogni condizione. A tale proposito cita anche Luigi IX, il santo re di Francia, del quale ci ha già parlato diverse volte in passato, definendolo “il più grande santo tra i re e il più grande re tra i santi che era giunto alla più alta vetta della perfezione cristiana”. Evidentemente era un “secolare”, e lo indica quale esempio per tutti i governanti del tempo; forse anche altri, quelli del nostro tempo, potrebbero trovare in lui una guida ed un modello da seguire. Francesco, a questo punto, non può tralasciare di fare un riferimento diretto a coloro che, all’interno della Chiesa, hanno una missione particolare e dedicano la propria vita alla preghiera, all’amministrazione dei Sacramenti e alla predicazione “cercando di attirare gli altri alla conoscenza della verità per esercitarli nella lode di Dio”, e probabilmente si è trovato davanti a qualcuno che, pur apprezzando il ministero sacerdotale, poneva questa domanda: “A che cosa servono quelli che vivono chiusi nei chiostri? A nulla, sono inutili alla Chiesa di Dio”. E’ una domanda ricorrente, ieri come oggi! Ma ecco la risposta di Francesco: “Questi sono i discorsi dei mondani. E’ un fatto che la prudenza umana pretende di governare tutto e se la prende sempre con coloro che hanno scelto la vita contemplativa. Costoro, dicono, non fanno niente. O Dio, povera gente! Sono ciechi, nella loro opinione”. La vita contemplativa, dei monaci e della monache, non è affatto meno utile alla vita della Chiesa di quella che vivono coloro che si dedicano al ministero tra la gente; anzi, con la loro preghiera sostengono questi ultimi. Una volta si diceva, e si dice ancora, che i contemplativi hanno la stessa funzione del parafulmine e con la loro preghiera “alimentano” la pazienza di Dio. Certamente è fondamentale alla vita della Chiesa l’apostolato dei Vescovi e dei sacerdoti “che vegliano sui loro greggi, che sono sempre in azione per conquistare qualche anima a Dio e, come buoni soldati, compiono buone azione nella Chiesa”, ma il loro lavoro in mezzo al Popolo di Dio è sostenuto, in modo particolare dalle preghiere che i claustrali elevano al Signore affinché al gregge non manchi la sollecitudine del Pastore e al Pastore non manchi la docilità del gregge.
Ieri abbiamo celebrato la Solennità del Corpo e del Sangue del Signore. Riprendiamo la preghiera di quella liturgia:
Signore del cielo e della terra che ci hai radunati per celebrare il sacramento pasquale del Corpo e Sangue del tuo Figlio, fa’ che nella partecipazione all’unico pane e all’unico calice impariamo a condividere con i fratelli i beni della terra e quelli del cielo. Amen
Ed oggi…una preghiera in più per noi preti. Grazie.
Buona giornata,
PG&PGR