Carissimi,
concludiamo il racconto del giovane ricercatore della perfezione, e con esso questa Esortazione: “Uno dei soldati, riflettendo tra sé e sé sul contegno di quel novizio, pieno di meraviglia si mise a interrogarlo chiedendogli come potesse ridere (non rideva forte, ma soltanto sorrideva), non riuscendo a capire che un uomo rimanesse tanto insensibile alle ingiurie, come sembrava lui. Vedete bene come Nostro Signore permetta sempre che le virtù dei suoi veri amici e servitori vengano riconosciute da qualcuno.
Allora il bravo novizio rispose: Credo di avere un buon motivo per sorridere ed essere contento, perché possiedo la pace nella mia anima in mezzo a tutti gli attacchi ed alle risate che mi avete indirizzato; in più ho un altro valido motivo per essere contento, perché nei miei confronti siete più dolci e gentili di quanto sia stato il mio maestro che vedete là, che mi ha condotto qui; infatti per tre anni, mi ha tenuto in tale sottomissione che dovevo fare dei regali a tutti quelli che mi maltrattavano, quale ricompensa che mi avevano rivolto. Anche voi cercate di tormentarmi ed affliggermi, ma non mi obbligate a ricompensarvi!” Egli aveva così raggiunto la perfezione!
Conclude Francesco di Sales: “Era grande la pace che quel giovane possedeva nella sua anima, visto che le ingiurie, le derisioni e le sghignazzate di una sciagurata compagnia non l’avevano scosso. E’ la vera pace, mie care anime, che desidero per voi, che si conserva, anzi si accresce tra le battaglie e nel turbinio dei venti delle persecuzioni, delle umiliazioni, delle mortificazioni, e delle contraddizioni che incontriamo in questa vita mortale; afflizioni e tribolazioni che, alla fine, saranno seguite da consolazioni e dal riposo eterno, perché le abbiamo sofferte con pace interiore ad imitazione di quel buon religioso. Tale pace non si acquista in questa vita che per mezzo dell’unione dell’intelletto, della memoria e della volontà con lo spirito, come abbiamo dimostrato poco fa; inoltre non la si può trovare fuori della santa Chiesa, come ce lo insegna l’esperienza di tutti i giorni; e infine, non la si incontrerà mai se non obbedendo al santo Vangelo, che è soltanto pace. Amen.
Ed oggi preghiamo nella memoria di san Carlo Lwanga e dei suoi compagni primi martiri africani, con le parole della liturgia
O Dio, che nel sangue dei martiri hai posto il seme di nuovi cristiani, concedi che il campo della tua Chiesa, irrigato dal sangue di san Carlo Lwanga e dei suoi compagni, produca una messe sempre più abbondante a gloria del tuo nome. Amen.
E’ pur vero che la perfezione non è di questo mondo, ma ciò non può giustificare il non desiderarla. E perché non provarci oggi anche attraverso le difficoltà che potremo incontrare?
Buona giornata,
PG&PGR