Carissimi,
prima di procedere, dobbiamo chiarire che Francesco di Sales con il termine “dispetto” indica ciò che noi potremmo chiamare contraddizione o contrarietà, ad esempio: fare o dire qualcosa a dispetto di…”. Detto questo lasciamo a lui la parola: “Il dispetto genera l’incredulità, cosa che si può costatare quotidianamente. Parlate ad una persona in preda al dispetto, non crederà a nulla di ciò che dite”. Probabilmente ad ognuno di noi è capitato di incontrare qualcuno pieno di spirito di contraddizione e accorgersi che non sono certamente persone facili con le quali rapportarsi…,ma forse, qualche volta anche noi ci siamo lasciati prendere da questa “sindrome”. Il de Sales continua dicendo che in Tommaso “grande fu il dispetto e la contrarietà quando seppe che i suoi compagni avevano visto Nostro Signore e si lasciò talmente prendere lo spirito e l’intelletto da quella passione, che cominciò ad intestardirsi a voler credere che non era vero”. Francesco immagina anche un intervento di Pietro e della stessa Madonna che cercano di convincere quel “testone”. Nulla da fare! Afferma l’Oratore: “Il dispetto offusca e turba il giudizio, per cui, finché si trova nell’anima, la stessa si trova in grande pericolo di commettere gravi mancanze, perché si pone in una tale chiusura d’animo che in quello stato rifiuta tutto, sia la correzione che l’informazione; in breve, tutto ciò che è contrario alla propria opinione personale”. Il Signore ci liberi da questa tentazione quando si affaccia nella nostra mente e nel nostro cuore! Il Salesio procede affermando che la seconda causa dell’incredulità di Tommaso fu l’orgoglio e la vanità che lo portavano a pensare che fosse meritevole quanto gli altri: “Perché dovrebbe essere apparso a tutti meno che a me?…Non valgo quanto loro?” L’orgoglio personale spesso ci travolge e ci fa diventare testardi. Interviene, quindi, la vanità di avere una grande considerazione di se stessi: “Le anime che hanno molta stima di se stesse e si lasciano guidare dal proprio giudizio sono in grave pericolo”. E il pericolo diventa “pubblico” quando queste hanno delle responsabilità che possono coinvolgere anche gli altri. Da cosa nascono le guerre che trascinano popoli interi alla disperazione? Da poche teste calde piene di orgoglio, vanità e sete di potere. La storia è maestra.
Preghiamo
Signore liberaci dall’orgoglio che acceca o falsa il nostro giudizio; liberaci dalla vanità che ci fa sentire migliori degli altri; liberaci dalla superbia che ci spinge a cercare la notorietà e l’approvazione degli altri. Signore liberaci da noi stessi. Amen
Oggi preghiamo per noi stessi perché orgoglio, vanità e superbia non abbiano, in nessuna occasione, il sopravvento.
Buona giornata,
PG&PGR