10 Maggio 2025: Messaggio alla Comunità Parrocchiale

Carissimi,

procedendo in questa Esortazione per la Festa della Presentazione di Gesù al Tempio e della Purificazione di sua Madre, Francesco di Sales si sofferma ad indicarci il modo giusto di “fare orazione”, cioè di pregare. Inizia facendo una correzione: “Molti si sbagliano grossolanamente pensando che siano necessarie molte cose, molti metodi, per farla bene”. Quante indicazioni, più o meno legittime, vengono dagli “esperti” dei nostri giorni, per quanto riguarda la preghiera: dai momenti in cui farla, dal cosa dire e pensare, alla postura da tenere… La preghiera dovrebbe essere fatta in modo tranquillo e sereno, affinché la mente e lo spirito possano “riposare” in essa, ma, sottolinea l’Oratore “ci sono alcuni che vivono in uno stato di grande ansia nella ricerca di tutti i mezzi possibili per scoprire un determinato modo di procedere che sembra loro necessario per farla bene, che non smettono mai di sottilizzare e lavorare intorno alla loro orazione per vedere come potrebbero portarla avanti in sintonia col loro desiderio”. Scusateci tanto, ma questo modo di fare somiglia tanto a quello dei pagani e dei Farisei contestato da Gesù: «Quando pregate, non siate simili agli ipocriti che amano pregare stando ritti nelle sinagoghe e negli angoli delle piazze, per essere visti dagli uomini» e ancora: «Pregando, poi, non sprecate parole che i pagani, i quali credono di venire ascoltati a forza di parole. Non siate dunque come loro…» (Mt 6 5.7-8). Continua il Nostro: “Alcuni pensano che non si debba nemmeno tossire e non ci si debba muovere per timore che lo spirito del Signore se ne vada: è una vera follia, quasi che lo spirito del Signore sia così delicato da dipendere dal metodo e dal contegno di coloro che fanno orazione”. Certamente alcuni metodi sono utili per imparare a pregare bene, ma la bontà della nostra preghiera non dipende certo da questi. E, dunque, afferma: “Una cosa sola è necessaria per far bene l’orazione, ed è quella di avere Nostro Signore tra le nostre braccia; posta questa premessa, in qualunque modo la facciamo, va sempre bene”. E’ chiaro il riferimento al vecchio Simeone che, prendendo tra le braccia il bambino Gesù, prega dicendo: Lascia  ora, Signore, che il tuo servo vada in pace, perché ha visto la sua salvezza e il suo Dio (Cfr. Lc 2,29-32). Forse, qualche volta, si dimentica che quel santo vegliardo si era recato al Tempio “mosso dallo Spirito Santo” (v.27). E’ lo Spirito che dobbiamo imparare ad invocare quando vogliamo dedicare un po’ di tempo alla preghiera e non solo: sapersi rivolgere a questo “Illustre Sconosciuto”, anche negli altri momenti della nostra giornata.

Preghiamo

O Dio, Padre del Signore nostro Gesù, effondi su di noi il tuo Spirito e donaci l’intelligenza del Vangelo perché lo possiamo annunciare, attraverso le azioni quotidiane, ai nostri fratelli e alle nostre sorelle. Amen

Ed oggi ricordiamoci spesso di questo “dolce ospite dell’anima”.

Buona giornata e buona domenica,

PG&PGR