Carissimi,
passando al terzo “fiore”, Francesco di Sales dice: “Mi fermo sulla terza virtù che Nostro Signore ci presenta sulla croce, come un fiore molto piacente: è la santissima perseveranza, virtù senza la quale non potremmo essere degni dei frutti della passione e morte; infatti, non ha alcun valore iniziare, se non si persevera fino alla fine, perché è cosa certa che lo stato nel quale ci troveremo alla fine dei nostri giorni, quando Dio taglierà il filo della nostra vita, sarà quello nel quale rimarremo per tutta l’eternità”. Grande e tremenda cosa è la perseveranza! Prima di tutto nei confronti della nostra vita di fede che, con l’aiuto di Dio, nonostante le nostre cadute e le nostre sofferenze, ci fa proseguire senza guardarsi indietro, come fece la moglie di Lot (Cfr. Gen 19,26). Ma anche in relazione alla vita sociale la perseveranza (nel bene, s’intende!), ha un’importanza fondamentale specialmente se si hanno delle responsabilità. Prosegue il de Sales: “Ma più eccellente di tutte è la quarta virtù, poiché è il fior fiore della carità, il profumo dell’umiltà, il merito, almeno così io penso, della pazienza e il frutto della perseveranza…è l’amabilissima santa indifferenza”. Già in passato Francesco ci aveva parlato di tale virtù, ma ci sembra cosa buona rinverdire la nostra memoria spiegando cosa sia in pratica: è la via che ci rende liberi da tutto e da tutti nella consapevolezza di sentirci amati da Dio in ogni situazione della vita. Questa santa indifferenza è quella che traspare dalle parole di Gesù: «Padre, nelle tue mani consegno il mio spirito» (Lc 23,46). Questa frase, consiglia il Nostro, dovremmo ripetercela spesso, nella gioia e nella sofferenza “lasciandoci in tal modo condurre dalla volontà divina senza mai preoccuparci della nostra volontà personale”. Egli afferma anche che sottomettersi alla volontà di Dio vuol dire riconoscerlo come nostro Re, che è la terza parola dell’iscrizione della Croce. Come un buon Re il Signore “si è addossato i peccati dei suoi sudditi” e riconoscendolo come tale “dobbiamo porre tutto quello che abbiamo al suo servizio”. Ed ecco come Francesco chiude questa Esortazione: “Il Signore Gesù vuole che impariamo da lui…e desidera che gli dimostriamo così il nostro amore e la nostra fedeltà”. Un bel programma di vita che non è impossibile da attuare, ma se qualcuno lo trovasse tale, chieda l’intercessione della santa degli impossibili, santa Rita, celebrata nella liturgia odierna. Preghiamo
Dona a noi, o Signore, la sapienza della croce e la fortezza con le quali hai voluto arricchire santa Rita da Cascia, perché, sopportando le sofferenze con Cristo, partecipiamo più intimamente al suo mistero pasquale. Amen
Né oggi né mai il Signore ci chiederà di fare l’impossibile; quello che ci chiede sarà senz’altro alla nostra portata e nelle nostre possibilità.
Buona giornata,
PG&PGR