27 maggio 2020: Messaggio alla Comunità Parrocchiale

Carissimi tutti, vicini e lontani,

con l’odierno brano (Atti 20,28-38), continua e si conclude il discorso di addio di Paolo agli anziani della Chiesa di Efeso. Egli raccomanda il dovere della vigilanza, su stessi e sul “gregge” loro affidato. Non dà disposizioni particolari, ma li mette in guardia perché sa che, il compito che li aspetta è impegnativo e lui non potrà più essere presente per aiutarli e guidarli. Tali difficoltà, infatti, non tarderanno ad arrivare ed i “lupi rapaci” di cui egli parla sono rappresentati dalla diffusione di dottrine false, che sorgeranno anche all’interno delle stesse comunità, e alle quali essi dovranno opporsi con fermezza. Questa stessa ammonizione la ritroviamo anche nella seconda lettera di Pietro (2,1-2) nella quale l’autore mette in guardia verso profeti e maestri falsi.

Paolo sa bene che chiede ai suoi discepoli un impegno non indifferente e per questo li affida alla Parola, la sola che ha il potere di costruire la Chiesa di Dio e di renderli forti, pastori vigili e coraggiosi.

Inoltre l’Apostolo ritiene importante richiamarli alla sobrietà, al disinteresse, all’operosità, alla carità verso i più deboli e termina il suo discorso, prima di accomiatarsi da loro, riportando la frase del Signore Gesù “c’è più gioia nel dare che nel ricevere”. Strano! In nessuno dei quattro evangeli è riportata questa espressione che molto probabilmente appartiene alla sola Tradizione orale. Ma questo non deve meravigliare in quanto tutta l’esistenza terrena di Gesù è stato un continuo “dare” senza pretendere il contraccambio. A sostegno di questo citiamo ciò che l’Evangelista Giovanni scrive al termine del suo Evangelo:Vi sono ancora molte altre cose compiute da Gesù, che, se fossero scritte una per una, penso che il mondo stesso non basterebbe a contenere i libri che si dovrebbero scrivere.”

Ora è tempo di porci una domanda: quanto, per me, è attuabile questa frase? Nel mio vivere quotidiano, operando il bene, cosa mi aspetto dagli altri?

Preghiamo:

Signore, tu lo sai, siamo creature fragili e deboli e a volte Tu ci chiedi comportamenti che ci appaiono insostenibili. Forse, umanamente, potrebbe essere così e perciò abbiamo un bisogno estremo del Tuo intervento nella nostra vita: manda su di noi e sulla Chiesa intera il Tuo Spirito e sia Lui a presiedere e guidare i nostri pensieri, le nostre azioni, la nostra stessa vita. Tu vivi e regni nei secoli dei secoli. Amen

Il Signore ci conceda di riscoprire la gioia del donare. Buona giornata a tutti,

PG&PGR