7 maggio 2020: Messaggio alla Comunità Parrocchiale

Carissimi tutti, vicini e lontani,

le annotazioni geografiche sulle varie località toccate da Barnaba e Saulo, si confondono un po’ soprattutto perché i loro nomi, col passare dei secoli, sono cambiati e cambiata è anche la loro appartenenza geo-politica tra Grecia e Turchia. Perciò non ci soffermeremo troppo su questo, ma nel contempo, dobbiamo mettere in risalto un fatto importante: la predicazione dei due discepoli a Cipro aveva ottenuto, come risultato, la conversione del pro-console romano Sergio Paolo (aho, mo se converteno anco li romani antichi…e quelli moderni? Speramo de sì, insieme a quelli dell’Augusta Taurinorum, beninteso…).

Da questo momento Saulo sarà chiamato col nome romano di Paolo. Ma il fatto più importante è che Paolo diventerà il vero capo della spedizione missionaria e d’ora in poi si parlerà di Paolo e Barnaba (vòi vedè che Paolo ha fatto le scarpe a Barnaba?) Il fatto è che Paolo, senz’altro più erudito, essendo stato un fariseo, sapeva prendere meglio, dal verso i giusto, i Giudei. Ne è dimostrazione il fatto che nella sinagoga di Antiochia di Pisidia, dopo la lettura della Legge e dei Profeti (praticamente la nostra liturgia della Parola), essendo stato invitato a parlare, Paolo fa un veloce, ma accurato, excursus della storia del popolo eletto partendo dalla schiavitù in Egitto e, attraverso vari passaggi, arriva a proclamare Gesù di Nazaret come il salvatore promesso dai profeti. E’ in Lui che si realizzano le promesse fatte al popolo eletto, Gesù stesso è la promessa. E tale “Promessa”, attraverso l’opera dello Spirito Santo, arriverà alla pienezza oltre i confini di Israele e sarà valida per tutti i popoli della terra.

Adesso dovremmo porci tutti questa domanda: quanto, come cristiani del terzo millennio, ci sentiamo destinatari diretti di tale promessa? Ed io, personalmente (tu, tu, tu, e tu…) cosa posso fare, nel mio piccolo, per farmi portatore di questa realtà (Gesù-promessa) agli altri?

Preghiamo:

Signore Gesù,
a tutti noi hai affidato una missione, quella di impegnarci, secondo la nostra personale vocazione e le nostre possibilità, ad annunciarti presente nel mondo, in ogni persona in ogni situazione. Aiutaci a saper vedere la tua opera di salvezza e a riconoscerla pienamente anche in questo momento di sofferenza e difficoltà. Tu si Dio e vivi e regni nei secoli dei secoli. Amen.

A tutti l’augurio di una buona giornata nell’annuncio del Signore,

PG&PGR

(Dai che oggi v’avemo fatto ‘n po’ de sconto…, ma solo sulla lunghezza!)