10 giugno 2020: Messaggio alla Comunità Parrocchiale

Carissimi tutti, chi di noi può dire di non aver avuto mai un momento di crisi? Francesco non fa eccezione. Ma sarà proprio questa a fargli vedere chiaro il progetto che Dio ha su di lui.

PARTE II – La crisi
“Certamente per un segreto disegno di Dio” a un certo punto “cadde in una crisi spirituale che cominciò a consumargli l’anima: da un lato il cristianesimo gli sembrava l’esaltazione dell’amore. Dall’altro lato però, c’era la terribile logica calvinista secondo cui Dio destina da sempre (pre- destina) alcuni uomini alla salvezza eterna e altri alla dannazione”. E i professori della Sorbona spiegavano Agostino e Tommaso in maniera non molto dissimile. L’intelligenza e il cuore si dibattevano tra il dover ammettere a livello filosofico che Dio può fare ciò che vuole e la contemplazione del volto di Dio, così come si è manifestato: ricco di infinita misericordia.
“Questa crisi che era necessaria per prepararlo alla sua futura missione fu superata ai piedi della Vergine Santa, nella chiesa parigina di S. Stefano des Grés. Davanti all’altare, egli trovò un giorno un foglio ad uso dei fedeli dove c’era scritto il Memorare: quella bella e antica preghiera che chiede alla Madonna di ‘ricordarsi che non si è inteso mai dire che uno, dopo essere ricorso alla sua protezione, sia stato abbandonato’. Francesco la recitò piangendo e non venne abbandonato. A vent’anni egli era stato in tal modo preparato alla missione che lo attendeva: annunciare la tenerezza cattolica al mondo calvinista, in una situazione in cui quasi tutti anche i cattolici pensavano ormai di affidare la soluzione dei conflitti teologici alla violenza delle armi e alle scaltrezze della politica.”

La realizzazione della vocazione
Per continuare gli studi di diritto, dopo quelli di filosofia, secondo i progetti del padre, Francesco scelse la città di Padova, dove rimase alcuni anni. Quando ritornò in Savoia era tutto pronto per accoglierlo: una proprietà, un posto al tribunale di Chambéry, un seggio al supremo Senato di Savoia e perfino una fidanzata quattordicenne “nobile di sangue e di virtù”. Ma lui rifiutò tutto, mentre “amici che sapevano del suo desiderio di consacrarsi a Dio senza che egli ne sapesse nulla ottenevano per lui, da Roma, la nomina a prevosto del capitolo di Ginevra, la carica più prestigiosa della diocesi dopo quella del vescovo.” Il padre finì per cedere, pur dovendo rinunciare a tutti i sogni che aveva fatto per il figlio e Francesco, avendo già tutta la preparazione necessaria, dati gli studi di teologia che, a Padova, aveva compiuto in segreto, ricevette l’ordinazione sacerdotale il 18 dicembre 1593 e il 21celebrò la sua prima messa, a ventisei anni.

È utile a questo punto rendersi conto della situazione della diocesi di Ginevra, alla quale ormai Francesco appartiene. “Vescovo e Capitolo sono in realtà in esilio ad Annecy, perché la città è saldamente in mano ai calvinisti che ne hanno fatto la loro roccaforte. Anche solo a mettere piede a Ginevra, un prete cattolico rischia la vita. Siamo in un’epoca in cui il diritto internazionale stabilisce che la fede segua le sorti della politica: in pratica una regione deve seguire la religione del suo principe. Se si vuol riconquistare una terra alla fede cattolica, lo si può fare solo con le armi in pugno. Francesco da un lato condivide la giurisprudenza del suo tempo di cui è un esperto; dall’altro, però, comprende che non saranno mai le armi a garantire la vera fede”. E se nel suo primo discorso dichiara che bisogna riconquistare Ginevra, aggiunge senza mezzi termini: “Con la carità bisogna abbattere le mura di Ginevra, con la carità bisogna invaderla, con la carità bisogna riconquistarla:  Che il nostro accampamento sia l’accampamento di Dio”. Diceva ai preti del Capitolo “che l’eresia era comunque alimentata dai cattivi esempi dei cattolici, sopratutto degli ecclesiastici. E i cattivi esempi dovevano essere estirpati anzitutto proprio lì, in quel Capitolo.

Preghiamo:

Signore, nella tua Provvidenza, ti servi anche delle nostre fragilità umane per indicarci la via da seguire. Apri il nostro cuore e la nostra mente per imparare, sempre meglio, ad essere strumenti di amore nelle Tue mani. Amen.

A tutti l’augurio di una buona giornata nelle mani del Signore,

PG&PGR