15 giugno 2020: Messaggio alla Comunità Parrocchiale

Carissimi tutti,

dopo aver “rivisitato” i punti salienti della vita di Francesco di Sales, iniziamo da oggi il nostro percorso spirituale alla sua scuola. Diciamo subito che non sarà qualcosa di “strutturato”, argomento per argomento, libro per libro, tipo “manuale per l’uso”. Ci affideremo all’ispirazione dello Spirito prendendo spunto dai suoi pensieri e aggiungendo qualche nostra povera e breve riflessione.

Ieri, abbiamo celebrato la solennità del “Corpus Domini” cioè del Corpo e Sangue del Signore istituita, a livello universale, dal Papa Urbano IV nel 1264, in ricordo del miracolo Eucaristico di Bolsena (1263). Insieme al Giovedì Santo è il giorno in cui la Chiesa adora, in modo particolare, l’Eucarestia. Quest’anno, a causa della pandemia, abbiamo dovuto fare a meno delle manifestazioni esterne (ad esempio “l’infiorata di Genzano” e di tante altre località), compresa l’ormai nostra tradizionale processione interparrocchiale col SS. Sacramento. Confidiamo, comunque, che ognuno di noi possa averla vissuta in modo pieno. Vogliamo dunque proporvi un brano di una lettera che Francesco di Sales scrive a Giovanna Francesca de Chantal. Le “Lettere”, nelle opere del Nostro, occupano la bellezza di undici volumi, molte delle quali scritte alla Chantal e quelle pubblicate sono più di duemila. Ci siamo tante volte chiesti dove egli trovasse il tempo per farlo, visto le sue incombenze episcopali. Ma veniamo al testo: «Il cibo celeste dell’Eucarestia è il cibo spirituale che si diffonde e si comunica a tutte le parti dell’anima e del corpo, di modo che si ha Gesù Cristo nella mente, nel cuore, nel petto, negli occhi, nella lingua, negli orecchi, nelle mani, nei piedi… E il dolce Salvatore raddrizza, purifica, vivifica tutto: ama nel cuore, intende nella mente, fortifica nel petto, vede negli occhi, parla nella lingua e così nel resto; insomma fa tutto in tutto il nostro essere. E’ allora che non viviamo più per noi, ma Gesù Cristo vive in noi».

Come potete vedere, in questo brano, non si sofferma  tanto sul mistero dell’Eucarestia visto da un punto di vista teologico, ma sugli effetti di questa realtà sul nostro essere, nella nostra vita, nel nostro agire e soprattutto nella nostra capacità di amare col cuore e con la mente. Quanto sono, nella loro semplicità, vere queste parole. Abbiamo bisogno di riscoprire questo grande dono che il Signore Gesù, in quell’ultima cena con i suoi discepoli, ha voluto lasciare come memoriale della sua morte e risurrezione. Egli, nel momento in cui lo riceviamo sotto le specie del pane e del vino, prende dimora dentro di noi, santifica tutto il nostro essere, corpo e anima e ci trasforma ….. in Lui. E’ questo ciò su cui dovremmo riflettere profondamente quando ci mettiamo in fila per ricevere l’Eucarestia ed è sempre questo a cui dovremmo pensare una volta tornati al nostro posto.

Preghiamo:

Signore Gesù, Tu hai voluto lasciare a noi non solo la Tua Parola, che ci guida nel cammino della vita, ma Te stesso, fonte di grazia e di salvezza. Aiutaci a riscoprire sempre più questa realtà divina che hai posto nelle mani della Tua Chiesa affinché la nostra vita sia trasformata e la Tua presenza in noi ci renda più simili a Te. Amen.

A tutti, nutriti e corroborati dalla presenza del Cristo in noi, buona giornata,

PG&PGR.