16 giugno 2020: Messaggio alla Comunità Parrocchiale

Carissimi tutti,

il brano sul quale vogliamo riflettere, oggi, è…la conclusione della presentazione del “Trattato dell’Amor di Dio” che P. Ruggero Balboni trae nella traduzione da lui curata. Questo ci aiuterà ad entrare meglio nel modo di fare e di essere del nostro santo. Ne citeremo alcuni frammenti:

“Francesco di Sales si propone al lettore come un amico affettuoso col quale condividere le proprie esperienze. Non si sente e non si atteggia mai a maestro…”

“Il Trattato dell’Amor di Dio (TAD)” (come tutti gli altri scritti n.d.r.) non è uno studio, ma un incontro tra amici….sentirsi altri “Teotimo” e pensare che il Sales si rivolga a ciascuno personalmente”.

“Francesco è attento al suo lettore, è attento alla sua condizione, vuole capirlo, non solo farsi capire e fargli sentire che lo ha capito”.

Al termine della presentazione il “Grande Vecchio” (come familiarmente e con affetto lo chiamavamo in casa) riporta uno stralcio di una lettera del Salesio al suo amico Pierre Jai: “Il mondo sta diventando così delicato, che d’ora in poi, non lo si oserà toccare che con guanti di velluto e non si potranno curare le sue piaghe se non con impacchi di cipolla; ma che importa, purchè gli uomini vengano guariti e alla fine salvati? La carità, nostra regina, fa di tutto per i propri figli”.

Dunque, Francesco di Sales considera il lettore un suo amico e non si pone, pur avendone tutto il diritto, come un maestro pronto a “sfoderare” la sua sapienza per infonderla nel discepolo. Sembra che i suoi, più che scritti “dottrinali” siano delle condivisioni di vita e, nel caso specifico del TAD (d’ora in poi il “Trattato dell’Amor di Dio” lo abbrevieremo così), suona come un invito, aperto a tutti, a divenire tanti “Teotimo”, cioè timorati di Dio dove il timore non è sinonimo di paura, ma di Amore e dunque tutti “innamorati di Dio”. Concludiamo questo primo incontro col Salesio e la sua spiritualità con un brano scritto da un certo Angelo Giuseppe Roncalli, innamorato del de Sales, diversi anni prima che lo Spirito Santo gli “tirasse quello scherzetto” del 28 ottobre 1958 (l’elezione a Sommo Pontefice col nome di Giovanni XXIII): «Oggi fu un giorno di festa completo: l’ho passato in compagnia di San Francesco di Sales, il mio santo dolcissimo. Che bella figura di uomo, di sacerdote, di vescovo! Se io dovessi essere come lui non mi farebbe nulla anche quando mi creassero papa! La mia vita, il Signore me lo dice, deve essere una copia perfetta di quella di San Francesco di Sales.»

Anche a tutti voi l’augurio di trascorrere questa giornata in compagnia del Salesio.

PG&PGR