18 luglio 2020: Messaggio alla Comunità Parrocchiale

Carissimi tutti,

Francesco di Sales scrive nel TAD: “L’amore è la vita del nostro cuore; e come in contrappeso imprime movimento a tutti gli ingranaggi dell’orologio, così l’amore imprime all’anima tutti i movimenti che ha. Tutti i nostri affetti seguono il nostro amore…”(OEA, V). E se questo è vero per l’amore umano, tanto più lo è per l’amore di Dio. San Paolo così scriveva ai Romani (e anche agli altri): “Chi ci separerà dunque dall’amore di Cristo? Forse la tribolazione, l’angoscia, la persecuzione, la fame, la nudità, il pericolo, la spada? (8,35). In quanto cristiani ogni nostra attività dovrebbe essere ispirata e guidata dall’amore, anche quelle più difficili e impegnative che possono mettere a rischio  la nostra incolumità. Pensiamo all’amore di tanti missionari che, pur di annunciare il Vangelo, hanno offerto la propria esistenza, e la loro stessa vita. Negli A.S. si narra che il Salesio, dopo una sua catechesi rivolta a coloro che avevano abiurato il Calvinismo per riavvicinarsi alla Chiesa di Roma, fu minacciato di morte dai Ministri degli Ugonotti (calvinisti). Egli doveva far ritorno al castello di Allinges, sul confine tra il territorio cattolico e quello calvinista, dove era ospite, per redigere dei documenti urgenti da inviare al Nunzio Apostolico a Torino. Il castello sorgeva sulla sommità di una alta collina e vi si poteva accedere solo percorrendo un sentiero che attraversava la foresta sottostante. Alcuni amici lo pregarono di rinunciare a quel viaggio che, dopo le minacce degli ugonotti, comportava numerosi rischi, ma egli rispose: “Spero nel Signore e non temo nulla”. Acconsentendo poi di essere accompagnato da alcuni di loro, ai piedi della collina, furono assaliti da un gruppo di ugonotti intenzionati a portare a termine la loro missione omicida. Qualcuno dei suoi compagni mise dunque mano alle armi, ma Francesco impedì loro di colpire qualcuno di quegli uomini e sull’esempio di Gesù nell’orto degli Ulivi al momento del suo arresto da parte delle guardie del Tempio guidate da Giuda (cfr.Gv18,4-8), andò loro incontro. “Dio ispirò a quelli tanto terrore, che si sentirono come storditi”. Mostrandosi più spaventati di chi venivano ad assalire, gli fecero mille scuse circa l’ordine ricevuto dai loro Ministri, giurando che d’allora in poi sarebbero stati suoi umilissimi servi (A.S.,VII). Questo è il coraggio del vero missionario che non confida nella forza dell’uomo, nelle armi, anche se solo per difesa, ma nell’aiuto del Signore che, come recita il Prefazio della Messa dei martiri “rivela nei deboli la sua potenza e dona agli inermi la forza del martirio.” Anche questo è frutto dell’amore di Dio, della confidenza in Lui che non abbandona mai i suoi figli quando questi agiscono in suo nome: questa è la forza dello Spirito.

Preghiamo:

Signore, davanti alle sfide del mondo, abbiamo bisogno del coraggio che solo tu sai infondere. Rendici audaci nell’annunciare il tuo Regno e metti nel nostro cuore e sulle nostre labbra parole e gesti che sappiano sempre rendere testimonianza alla Verità. Amen.

Coraggio, coraggio, e ancora coraggio e…andiamo avanti. Buona giornata a tutti,

PG&PGR