5 settembre 2020: Messaggio alla Comunità Parrocchiale

Carissimi tutti,

Agnes Gonxha Bojaxhiu, vi dice qualcosa questo nome? Eppure è uno dei personaggi più conosciuti della Storia della Chiesa più recente. Stiamo parlando di Santa Teresa di Calcutta nata a Skopje il 26 agosto 1910, morta a Calcutta il 5 settembre 1997 e oggi ne ricorre la memoria liturgica. All’età di 18 anni entra nelle Suore di Loreto e viene inviata in una regione sulle pendici dell’Himalaya. Nel 1931 emette i primi voti prendendo il nome di Maria Teresa. In quel periodo prende coscienza della sofferenza umana nella quale vivono tanti poveri e ammalati. Trasferita a Calcutta ha modo di rendersi ancor maggiormente conto delle terribili condizioni di vita di quelle popolazioni. Il 1946 è l’anno ella scelta: un cambiamento di rotta che la porta ad impegnare la propria esistenza a servizio dei più poveri. Ci fermiamo qui in quanto immaginiamo che tutti abbiano avuto la possibilità di leggere qualche cosa su questa donna tanto piccola quanto straordinariamente grande che, ad una vita da religiosa agiata, ha preferito quella della religiosa povera tra i poveri.

Come ormai ben sappiamo, l’Ordine della Visitazione di Santa Maria aveva preso questo nome proprio pensando all’opera che le religiose avrebbero dovuto svolgere verso i più bisognosi. Nell’”Appendice” dei “Trattenimenti” di San Francesco di Sales, alle suore che gli chiedevano come bisognava comportarsi negli affari temporali, egli risponde: “E’ vero che il mondo teme la povertà, ma che farci? Dobbiamo semplicemente dimostrare che non ci vogliamo attaccare alle ricchezze, né vogliamo perdere la serenità dello spirito per i beni di questo mondo”.

E’ vero ciò che il Salesio afferma quando dice che “il mondo teme la povertà”. In misura minima ne abbiamo fatto esperienza durante i primi giorni del “lockdown”, con le interminabili file all’ingresso dei supermercati, con persone che ne uscivano con i carrelli stracarichi e la paura di trovare, una volta arrivato il nostro turno, gli scaffali semi-vuoti. Lo abbiamo constatato cercando di assistere, attraverso le Caritas parrocchiali, le tante famiglie in serie difficoltà economiche che facevano la fila per ricevere un po’ di generi alimentari. Ma la povertà si può combattere con l’amore e la com-passione: Santa Teresa di Calcutta, come tanti altri santi prima di lei, ce l’hanno dimostrato.

Vi proponiamo una delle sue preghiere:

Se qualche volta la nostra povera gente è morta di fame, ciò non è avvenuto perché Dio non si è preso cura di loro, ma perché non siamo stati uno strumento di amore nelle sue mani per far giungere loro il pane e il vestito necessari, perché non abbiamo riconosciuto Cristo quando è venuto ancora una volta, miseramente travestito, nei panni dell’uomo affamato, dell’uomo solo, del bambino senza casa e alla ricerca di un tetto
Dio ha identificato se stesso con l’affamato, l’infermo, l’ignudo, il senzatetto; fame non solo di pane, ma anche di amore, di cure, di considerazione da parte di qualcuno; nudità non solo di abiti, ma anche di quella compassione che veramente pochi sentono per l’individuo anonimo; mancanza di tetto non solo per il fatto di non possedere un riparo di pietra, bensì per non avere nessuno da poter chiamare proprio caro.
Quando Cristo ha detto: “Avevo fame e mi avete dato da mangiare!”, non pensava solo alla fame di pane e di cibo materiale, ma pensava anche alla fame di amore. Anche Gesù ha sperimentato questa solitudine. Ogni essere umano che si trova in quella situazione assomiglia a Cristo nella sua solitudine; e quella è la parte più dura, la fame vera!

A tutti l’augurio di una buona giornata nel ricordo di questa piccola-grande santa,

PG&PGR

Bollettimo medico PGR:

Come detto nell’aggiornamento di ieri sera, finalmente è ricoverato al Policlinico Umberto I. Altri esami, altri prelievi, ecc. L’intervento (non sappiamo ancora quale, se quello tradizionale più invasivo, o l’altro, senz’altro meno invasivo), se tutto va bene, dovrebbe essere fatto mercoledì prossimo. Il suo umore…un po’ nero giovedì sera (e vorrei vede!!!), si va rischiarando. Continuiamo a pregare. PG