2 ottobre 2020: Messaggio alla Comunità Parrocchiale

Carissimi tutti,

come già detto in occasione della festa dei Santi Arcangeli Michele, Gabriele e Raffaele, oggi facciamo memoria dei Santi Angeli custodi. Ma conosciamo il nome del nostro angelo custode? Una pia e vecchia tradizione dice che “il primo nome che viene in mente dopo aver ricevuto la prima comunione, quello è il nome del tuo angelo custode”. Sarà così? Sinceramente non lo sappiamo. Certo è che ognuno di noi ha il suo che veglia su di lui. Il Vangelo di San Luca (4,10-11) nell’episodio delle “Tentazioni di Gesù”, mette in bocca al demonio questa  frase: “Ai suoi angeli darà ordine per te, perché essi ti custodiscano;  essi ti sosterranno con le mani, perché il tuo piede non inciampi in una pietra”. Nel passo parallelo del Vangelo di Matteo leggiamo che, dopo aver esaurito ogni tipo di tentazione, il diavolo si allontanò da Gesù  e “gli angeli gli si accostarono e lo servivano”(Mt 4.11). Dunque gli angeli hanno vegliato anche sul Salvatore e non solo in questa occasione: è un arcangelo che porta l’annuncio a Maria; è un angelo che, in sogno, rivela a Giuseppe la verità sul concepimento di Gesù e poi, dopo la sua nascita, gli ordina di fuggire da Betlemme; è un angelo che avvisa i Magi di non ripassare da Erode e, dopo la morte del tiranno, è ancora un angelo che avvisa Giuseppe che può fare ritorno a Nazaret con Gesù e Maria. Se dunque gli angeli, come dicevamo, hanno vegliato sul Figlio di Dio, anche noi, in quanto figli nel Figlio, abbiamo “diritto” ad averne almeno uno “tutto nostro”.

Negli A.S. leggiamo che “San Francesco di Sales aveva una grande devozione al suo Angelo custode, e non solamente all’Angelo suo, ma anche a quello dei suoi amici e degli eretici, suoi nemici. Quando disputava con gli eretici silenziosamente esorcizzava il demonio che li possedeva e invocava i loro Angeli custodi”. Il Salesio ci stupisce ancora: pregare l’Angelo custode dei nemici… In fondo è quello che Gesù ci ha detto di fare: amare i nemici (Mt 5,44 e //questo segno vuol dire passi paralleli degli altri evangelisti). Gli A.S. continuano: “ Quando si allontanava dalla sua Diocesi ne affidava in modo speciale la cura all’Angelo tutelare, e non mancava mai di salutare quelli dei Regni, delle province e delle parrocchie dove entrava”. Questa è forte: nel pensiero del Salesio ogni paese, ogni diocesi, ogni parrocchia e, potremmo aggiungere, ogni comunità, gruppo e famiglia ha il suo angelo custode… Ancora gli A.S.: “Invocava spesso in confessionale l’Angelo custode dei penitenti”. E questo è un insegnamento per noi sacerdoti: invocare l’angelo custode di chi abbiamo davanti durante il nostro ministero. Dobbiamo ricordarci di farlo sempre! E allora cari fratelli e sorelle, confidiamo sempre in queste presenze angeliche: attraverso di loro il Signore ci è sempre vicino, specialmente nei momenti difficili. Forse la preghiera che segue ve l’abbiamo già proposta… ma come dicevano gli antichi:  repetita iuvant, cioè ripetere le cose aiuta.

Preghiera di San Francesco di Sales all’angelo custode:

Santo Angelo, Tu mi proteggi fin dalla nascita. A te affido il mio cuore: dallo al mio Salvatore Gesù poiché appartiene a lui solo. Tu sei anche il mio consolatore nella morte! Fortifica la mia fede e la mia speranza, accendi il mio cuore d’amore divino. Fa’ che la mia vita passata non mi affligga, che la mia vita presente non mi turbi, che la mia vita futura non mi spaventi. Fortifica la mia anima nelle angosce della morte; insegnami ad essere paziente, conservami nella pace! Ottienimi la grazia di gustare come ultimo cibo il Pane degli angeli! Fa’ che le mie ultime parole siano: Gesù, Maria e Giuseppe; che il mio ultimo respiro sia un respiro d’amore e che la tua presenza sia il mio ultimo conforto. Amen.

Nella certezza che anche oggi il Signore, attraverso gli angeli custodi, ci sarà vicino, buona giornata a tutti.

PG&PGR

Bollettino medico di PGR
La parte della ferita che si era infettata è in netto miglioramento. Continua la terapia antibiotica con una “polverina magica” (così l’ha definita il cardiochirurgo) da applicare direttamente sulla ferita stessa, ma ancora non si pronunciano sulle dimissioni. La scienza faccia il suo corso con tutte le “magie” che vuole, purché siano efficaci. Dal canto nostro continui la preghiera. PG