3 ottobre 2020: Messaggio alla Comunità Parrocchiale

Carissimi tutti,

domani è domenica, ma è anche il 4 ottobre, Festa di San Francesco d’Assisi (1181/2-1226), patrono d’Italia, uno dei santi più conosciuti amati e venerati nella Chiesa. Il suo vero nome era Giovanni…scusate se è poco…! Non stiamo qui a narrare la sua storia che tutti conosciamo. Ci limitiamo a ricordare un solo fatto: anche lui, come San Paolo, Sant’Agostino, Sant’Ignazio di Loyola, e molti altri, prima della conversione era stato un po’…mascalzoncello…! Ma quando lasci che Dio ti tocchi il cuore, tutto cambia! E il “poverello di Assisi”, accettando questo “tocco” divino, ha accettato di seguire la strada che porta a Dio. In un passo della Filotea, anche se non direttamente riferito al suo omonimo patrono di cui era devotissimo, Francesco di Sales scrive: “Baciamo il nostro Salvatore che ci dà tante dolcezze. Ora, baciare il Salvatore vuol dire obbedirgli, osservare i suoi comandamenti, fare la sua volontà, seguire i suoi desideri: in poche parole abbracciarlo teneramente, con obbedienza e fedeltà. Quando pertanto avremo ricevuto qualche consolazione spirituale, bisognerà che in quel giorno ci dimostreremo più diligenti nel bene e nell’umiltà”. E, del bene e dell’umiltà, Francesco di Assisi ne ha fatto il cardine della sua vita. Gli A.S. citano un passo del “Trattato dell’Amor di Dio” che vogliamo qui riportare: “Parlando dell’amore celeste, mi si fa sempre davanti il grande San Francesco di Assisi, il quale non poteva sfuggire alla sorte di morire per mano dell’amore, visto la grande moltitudine di languori e di estasi che la sua dilezione verso Dio gli cagionava: oltre a questo, Dio, che l’aveva esposto a vista di tutti come un miracolo d’amore, non solo volle che morisse per le mani dell’amore, ma che soccombesse proprio alla violenza del suo amore. Considerate, vi supplico, il suo trapasso…Sentendosi sul punto di abbandonare questa vita, il Santo si fece mettere svestito per terra, e dopo aver domandato e ricevuto in elemosina un abito, se ne rivestì, tenne un discorso ai suoi frati per animarli all’amor di Dio e della Chiesa, si fece leggere il racconto della Passione del Salvatore e cominciò con ardore estremo a recitare il Salmo 141: ‘Libera da questa prigione la mia anima, o Signore, affinché benedica il tuo nome; i giusti mi aspettano fino a quando ti mi renderai la pace desiderata’. Chi non vede come quest’uomo serafico, che tanto aveva desiderato il martirio di sangue, morisse egualmente di un martirio d’amore?”.

Sì, è vero, San Francesco non è morto martire in modo cruento, ma, come la Vergine Maria, ha subito un altro tipo di martirio: il Signore Gesù è morto per amore, la Vergine e San Francesco sono morti d’amore.

Preghiamo con le parole della Liturgia:

O Dio, che nel Serafico Padre san Francesco, povero e umile, hai offerto alla tua Chiesa una viva immagine dei Cristo, concedi a noi di seguire il tuo Figlio nella via del Vangelo e di unirci a te in carità e letizia.  Amen.

A tutti l’augurio di imitare oggi, in qualche cosa, l’esempio di San Francesco e buona giornata,

PG&PGR

Bollettino medico di PGR
L’infezione sembra essere in remissione, ma dovrà continuare a fare le medicazioni in ospedale. Niente paura: lunedì, a Dio piacendo, sarà comunque dimesso e si vedrà se le medicazioni dovranno essere quotidiane o ogni due giorni… Ce la faremo, magari con l’aiuto di qualche autista nel caso io fossi impossibilitato ad accompagnarlo per motivi imprevisti quali funerali o altro. Tanti si sono generosamente offerti già da tempo e li ringrazio con anticipo. E noi continuiamo ad aiutare PGR nel modo consueto…pregando. PG