5 novembre 2020: Messaggio alla Comunità Parrocchiale

Carissimi,

chi come molti di noi ha qualche annetto sulle spalle, certamente ricorderà che dopo la riforma liturgica degli anni ’60 cominciarono a “fiorire”, nelle comunità parrocchiali e religiose, canti liturgici ispirati ai Salmi in lingua nazionale. Uno dei primi fu “Venite al Signore con canti di gioia”, ispirato al salmo 99, che veniva cantato all’inizio delle celebrazioni; nella seconda strofa diceva:

“Riconoscete che il Signore è il solo Dio;  Egli ci ha fatto e a Lui apparteniamo, noi suo popolo e gregge che Egli pasce”.  Parole dell’Antico Testamento, riferite all’antico Popolo di Dio, Israele, che si adattavano benissimo a quello che il Concilio Vaticano II, da poco concluso, aveva definito come “Nuovo popolo di Dio”, cioè la Chiesa. Nel libro della Sapienza, i primi versetti del capitolo 15 dicono più o meno la stessa cosa: “Tu, nostro Dio, sei buono e fedele, sei paziente e tutto governi secondo misericordia. Anche se pecchiamo siamo tuoi, conoscendo la tua potenza; ma non peccheremo più, sapendo che ti apparteniamo”. In ambedue i testi appare il verbo “appartenere” nella prima persona plurale del presente indicativo e cioè “apparteniamo”. Francesco di Sales, nel primo libro del TAD riprende il tema di questa nostra appartenenza a Dio, e usando una delle sue belle similitudini dice: “L’inclinazione ad amare Dio sopra tutte le cose, che abbiamo per natura…ci serve quale indizio e memoria del nostro del nostro primo principio e Creatore, al cui amore ci esorta, rammentandoci che apparteniamo alla sua divina bontà; come quei cervi al collo dei quali i principi a volte fanno porre dei collari col proprio stemma, poi danno ordine di lasciarli andar liberi nella foresta; ma non per questo non vengono riconosciuti da chi li incontra, e non solo perché in precedenza sono stati preda del principe, di cui portano lo stemma, ma anche perché gli appartengono ancora…Senza dubbio, la nobile inclinazione che Dio ha messo in noi,  fa sapere ai nostri amici e ai nostri nemici, che non soltanto siamo stati in passato di proprietà del nostro Creatore, ma che ancora, benché ci abbia sciolti e lasciati liberi in balìa del nostro libero arbitrio, siamo sempre sua proprietà…” Il verbo appartenere, nella nostra bellissima lingua italiana, troppe volte soppiantata dallo “striminzito” inglese, può avere tante applicazioni riconducibili comunque a quella più comune di “far parte di un gruppo, di un insieme, di un modo di fare o di essere”. Per noi cristiani, dunque, appartenere a Dio, vuol dire “essere parte della Chiesa”, parte importante e insostituibile.

Preghiamo

Signore non siamo stati noi a scegliere Te, ma Tu hai scelto noi. Non hai guardato alle nostre  miserie, alle nostre infedeltà,  alla nostra piccolezza. Ci hai scelto, senza che noi avessimo qualche merito, per farci appartenere alla tua famiglia e ci ami come figli. Aiutaci a non separarci mai da Te che sei l’Amore infinito. Amen

Oggi, più che mai, sentiamoci familiari di Dio. Buona giornata,

PG&PGR

Notizie di PGR
Questo sarà l’ultimo bollettino medico su PGR, almeno lo spero vivamente. Terminate le medicazioni e febbriciattola rientrata nei parametri normali. Per precauzione, starà comunque in casa ancora per qualche giorno. PG