30 gennaio 2021: Messaggio alla Comunità Parrocchiale

Carissimi,

il capitolo terzo di questa Prima parte della Filotea ha un titolo significativo: “La devozione si adatta a tutte le vocazioni e professioni”. Se, al termine della frase, aggiungiamo un punto interrogativo diventa una domanda alla quale si potrebbe rispondere superficialmente: “Ma no! E’ una cosa per preti, frati, suore, monache, persone molto pie, ecc.”. San Francesco di Sales sembra proprio essere di parere contrario dicendo: “Nella creazione Dio comandò alle piante di portare frutto, ciascuna secondo il proprio genere: allo stesso modo, ai Cristiani, piante vive della Chiesa, ordina di portare frutti di devozione, ciascuno secondo la propria natura e la propria vocazione”. Ed essendo un uomo con i piedi ben piantati per terra, oltre ad essere un profondo conoscitore dell’animo umano, si affretta a dire che la devozione deve essere vissuta in modo diverso a seconda della posizione sociale e soprattutto “proporzionata alle forze, alle occupazioni e ai doveri dei singoli”. Lo stesso San Paolo, d’altronde, nella Lettera ai Romani ci dice che il Signore non fa distinzioni ed è ricco di misericordia verso tutti coloro che lo invocano (cfr. Rom 10,12). Di seguito, il Salesio, per evitare ogni confusione di ruoli e chiarire meglio il suo pensiero, dice: “Ti sembrerebbe una cosa fatta bene che un Vescovo pretendesse di vivere in solitudine come un Certosino? E che diresti di gente sposata che non volesse mettere da parte qualche soldo più dei Cappuccini? Di un artigiano che passasse le sue giornate in chiesa come un Religioso? E di un Religioso sempre alla rincorsa di servizi da rendere al prossimo, in gara con il Vescovo? Non ti pare che una tal sorta di devozione sarebbe ridicola, squilibrata e insopportabile? Anche nel cercare di vivere la vera devozione, dunque, bisogna usare un certo discernimento, mettere a frutto l’intelligenza che il Signore ci ha dato e non venire mai meno a quei doveri quotidiani a cui la nostra condizione ci richiama. Lo stesso Francesco ammette che, in questo campo, alcune stranezze capitano spesso. Dice testualmente: “Queste stranezze capitano spesso, e la gente di mondo, che non distingue, o non vuol distinguere, tra la devozione e le originalità di chi pretende essere devoto, mormora e biasima la devozione, che non deve essere confusa con queste stranezze”. L’esperienza ci dice che certe esagerazioni, o stranezze come le chiama il Nostro, possono addirittura mettere a rischio gli equilibri familiari: rapporti tra coniugi, tra genitori e figli, tra fratelli o sorelle, ecc. C’è una cosa  che è sempre importante tenere presente anche nella ricerca della vera devozione: l’equilibrio. Di seguito un fatto storico: “Nell’estate del 1967 un monaco dell’Abbazia Trappista di Frattocchie, alle porte di Roma, intento alla meditazione mattutina, subisce maggiori distrazioni del solito per il continuo ritornargli alla fantasia della parola “equilibrio”.Lo stesso giorno, mentre in soffitta riordina cose fuori uso, ecco capitargli tra le mani una lastra di bronzo col rilievo di una orante: è l’Alma Æquilibrii Mater – Santa Maria dell’Equilibrio. Riprodotta a colori su tela da Fratel Armando Panniello, la venerata Effige venne conservata in quella Abbazia, sede centrale della sua diffusione. Una copia venne donata al Papa San Paolo VI che, raggiante in volto esclamò: “Santa Maria dell’Equilibrio! …Ah, proprio quella che ci vuole!”

Preghiera a Santa Maria dell’Equilibrio

Nel tempestoso mare della vita — al fin che dritta solchi la sua prora — chi non invoca Te, chi non t’addita amica Stella, e Madre, e gran Signora, Santa Maria? Noi ti chiediamo il dono dell’equilibrio cristiano, tanto necessario alla Chiesa e al mondo di oggi. Liberaci dal male e dalle nostre meschinità: salvaci dai compromessi e dai conformismi; tienici lontano dai miti e dalle illusioni, dallo scoraggiamento e dall’orgoglio, dalla timidezza e dalla sufficienza, dall’ignoranza e dalla presunzione, dall’errore, dalla durezza del cuore. Donaci la tenacia nello sforzo, la calma nella sconfitta, il coraggio per ricominciare, l’umiltà nel successo. Apri i nostri cuori alla santità. Donaci una perfetta semplicità, un cuore puro, l’amore alla verità all’essenziale, la forza d’impegnarci senza calcolo alcuno, la lealtà di conoscere i nostri limiti e di rispettarli. Accordaci la grazia di sapere accogliere e vivere la Parola di Dio. Accordaci il dono della preghiera. Apri i nostri cuori a Dio Noi ti chiediamo l’amore alla Chiesa, così come tuo Figlio l’ha voluta, per partecipare in essa e con essa, in fraterna comunione con tutti i membri del Popolo di Dio — gerarchia e fedeli — alla salvezza degli uomini nostri fratelli. Infondici per gli uomini comprensione e rispetto, misericordia e amore. Amen.

Ed oggi, se incontreremo qualche difficoltà o qualche persona difficile, cerchiamo di tenerci in …equilibrio. Buona giornata,

PG&PGR