15 febbraio 2021: Messaggio alla Comunità Parrocchiale

Carissimi,

la seconda meditazione che Francesco di Sales ci offre riguarda “il fine per il quale siamo stati creati”. Il “vecchio” catechismo, detto di San Pio X, diceva: “Dio ci ha creati per conoscerlo, amarlo e servirlo in questa vita, e per goderlo nell’altra, in paradiso”. L’attuale Catechismo della Chiesa Cattolica, con altre parole e in modo meno sintetico, dice la stessa cosa. Detto questo, come consiglia Francesco, mettiamoci alla presenza di Dio e chiediamogli di ispirarci sulle tre considerazioni che ci offre: “1. Dio non ti ha messo al mondo perché aveva bisogno di te…Lo ha fatto soltanto per dimostrare in te la sua bontà, arricchendoti della sua grazia e della sua gloria. Per questo ti ha dato l’intelligenza per conoscerlo, la memoria per ricordarlo, la volontà per amarlo, l’immaginazione per rappresentarti i suoi benefici, gli occhi per contemplare le sue opere, la lingua per lodarlo, e così tutte le altre facoltà; 2. Poiché sei stata creata e messa al mondo per questo, tutte le azioni contrarie devono essere bandite ed evitate; e quelle che non giovano al conseguimento di questo fine, non devono essere nemmeno prese in considerazione perché vuote e inutili; 3. Considera la sventura del mondo che non pensa a queste cose, ma vive come se fosse stato creato soltanto per costruire case, piantare alberi, accumulare ricchezze e fare pazzie”. E nell’invitarci a riflettere sul passato e sui nostri errori, similmente a ciò che dice Sant’Agostino nelle sue “Confessioni”, aggiunge: “Mio Dio, a che cosa mi occupavo, quando non pensavo a te? Che cosa ricordavo, quando dimenticavo te? Che cosa amavo, quando non amavo te? Avrei dovuto nutrirmi di verità e mi imbottivo di vuoto; ero schiavo del mondo anziché rendere lui schiavo di me”. E’ un passo che, ricorderete, abbiamo già avuto occasione di leggere in uno degli incontri passati, ma sempre attuale. A proposito di questo “imbottirsi di vuoto”, che sembra “cadere a ciccio”, proviamo a fare una ulteriore riflessione sul Natale 2020. Crediamo che quasi tutti abbiano ascoltato, nei vari TG, le interviste riguardanti le “feste” e le lamentele dei molti che si sono visti privare delle solite, e lasciatecelo dire, inutili cose alle quali si era abituati: acquisti sfrenati, vacanze, grandi tavolate, grandi abbuffate e quant’altro con il solito grande spreco, che contribuivano a rendere questa festa vuota di ogni riferimento all’Incarnazione del Figlio di Dio. Francesco ci suggerisce un proposito da fare: “D’ora in poi avrò in orrore quel rincorrersi di vanità, quei divertimenti a cui davo tanto tempo, quelle occupazioni oziose che svuotavano la mia giornata, quegli affetti che ottenebravano il mio cuore”. Dunque un invito al riappropriarci della semplicità della vita scrollandoci di dosso i residui di tutte quelle cose apparentemente gradevoli, ma che in effetti, l’appesantivano.

La seconda meditazione termina con questo invito, del Salesio, alla preghiera:

Ti supplichiamo, o Dio, di accettare le nostre aspirazioni e i nostri desideri, e benedire con la tua benedizione  le nostre anime perché riusciamo ad attuarli, per i meriti del sangue di tuo Figlio versato sulla croce. Amen

Ed oggi, vogliamo provare a togliere qualche piccola “frivolezza”? Buona giornata,

PG&PGR