11 Marzo 2021: Messaggio alla Comunità Parrocchiale

Carissimi,

concludiamo questo capitolo con ciò che San Francesco di Sales consiglia nelle due vie successive a quelle già esposte nel messaggio di ieri. Scrive: “La terza via è di pensare al nostro Salvatore, che, nella propria umanità, vede dal cielo tutte le persone della terra e, in modo particolare, i cristiani suoi figli, e tra essi, particolarmente quelli che sono in preghiera, di cui nota gli atti e il comportamento. Questa non è fantasia, ma la pura verità; perché, anche se noi non lo vediamo, Lui dall’alto ci guarda. S. Stefano così lo vide durante il suo martirio (cfr. At 7,56)”. Facendo poi riferimento al Cantico dei Cantici (2,9), forse il libro biblico che cita più spesso, aggiunge: “Possiamo dire, a buon diritto, con la Sposa: Eccolo dietro la parete che guarda dalle finestre e si affaccia dal cancello.”  A questo punto dobbiamo porci una domanda: siamo pienamente convinti che il Signore non si limita a volgere il suo sguardo su di noi come un semplice “osservatore”, o peggio un “controllore” dei nostri comportamenti, ma ci accompagna amorevolmente “guidandoci per i giusti sentieri”, ascoltando le nostre preghiere e presentandole, come Mediatore, al Padre?  Se siamo convinti di questo, andiamo avanti con la quarta via: “Una quarta via può essere quella di ricorrere alla immaginazione e rappresentarci il Salvatore nella sua umanità vicino a noi, proprio come siamo soliti fare con gli amici, quando diciamo: vedo il tale che fa questo, mi sembra proprio di vederlo, e simili espressioni.” Dunque anche il ricorrere all’immaginazione giova al nostro rapporto con il Signore. Non si tratta di fantasticare, ma cercare, attraverso la nostra umanità, di sentirci sempre in sua compagnia. E questo “stare insieme” al Signore diventa reale, diremmo “fisico” quando abbiamo la possibilità di fermarci in preghiera di fronte al SS. Sacramento. Dice, infatti, il Nostro: “Se poi ti trovi in un luogo dove c’è il Santissimo Sacramento dell’altare, non sarebbe più soltanto una presenza immaginaria, ma reale; le specie e le apparenze del pane sono come una tenda da dietro la quale Nostro Signore, realmente presente, ci vede e pensa a noi, anche se non lo vediamo nella sua forma.” Essendo certamente un uomo di grande spiritualità, ma con i piedi ben piantati per terra e, conoscendo profondamente l’animo umano e le sue fragilità, si affretta ad aggiungere: “Serviti di una di queste quattro vie per metterti alla presenza di Dio prima dell’orazione; non pretendere di impiegarle tutte insieme, ma una alla volta, con semplicità e brevità”. La grandezza del nostro Santo, come “maestro di spiritualità”, sta anche in questa sensibilità  e nella comprensione dei nostri limiti non chiedendo mai impegni eccessivamente gravosi. Sta a noi fare quanto ci è possibile.

Preghiamo

Signore, pur essendo sempre alla Tua presenza, presi dalle nostre tante occupazioni e preoccupazioni, a volte ce ne dimentichiamo. Aiutaci a vederti e sentirti sempre presente nella nostra vita. Amen.

Con un po’ d’impegno forse oggi riusciremo a percepire maggiormente la presenza del Signore nel nostro quotidiano. Buona giornata,

PG&PGR