3 Marzo 2021: Messaggio alla Comunità Parrocchiale

Carissimi,

nel capitolo odierno, il XXII della Prima parte della Filotea, Francesco di Sales ci dice che bisogna liberarsi anche dall’affetto al peccato veniale. Si riferisce a tutte quelle mancanze “quotidiane” che spesso sottovalutiamo ma che, a lungo andare, appesantiscono il nostro animo. Dice il nostro caro Amico: “A misura che il giorno cresce, scopriamo meglio nello specchio le macchie e le impurità del nostro volto; così, a misura che la luce interiore dello Spirito Santo illumina le nostre coscienze, distinguiamo con maggiore chiarezza i peccati, le tendenze e le imperfezioni che possono impedirci di raggiungere la vera devozione. La stessa luce che ci fa notare queste tare e questa zavorra, ci anima al desiderio di mondarcene e di liberarcene.” Anche se molto meno pesante del peccato grave, il peccato veniale, se non corretto, rischia di divenite una abitudine, una brutta abitudine. Continua: “Infatti è ben diverso dire una frottola una volta o due, in allegria, in cosa di poca importanza, dal trovare gusto a mentire ed essere incalliti in quel genere di mancanza.” Probabilmente tutti abbiamo fatto l’esperienza di cercare di correggere qualche piccolo difetto per far piacere a qualcuno. Pensiamo a due giovani che “si fanno il filo”! La stessa cosa dovremmo fare, con molta umiltà e sincerità, nei confronti del Signore. Aggiunge: “Il peccato veniale, per piccolo che sia, dispiace a Dio, anche se non in misura da volere, per questo, dannarci o perderci. Se il peccato veniale gli dispiace, la volontà e l’affetto ad esso, sono un chiaro proposito di voler dispiacere alla Maestà divina. E com’è possibile che un’anima per bene, non soltanto voglia dispiacere a Dio, ma sia attaccata al desiderio di dispiacergli?” Sappiamo bene che Francesco molto spesso si serve di esempi “curiosi” tratti dalla “Naturalis historia” di Plinio il Vecchio per spiegare meglio il suo pensiero. Eccone uno a proposito del peccato veniale: “I ragni non uccidono le api, ma ne contaminano e ne corrompono il miele, e le ostacolano con le loro ragnatele, di modo che le api non possono più lavorare; questo quando tessono ragnatele per fermarsi. Così, il peccato veniale non uccide l’anima, ma corrompe la devozione e intralcia talmente le potenze dell’anima con le cattive abitudini e tendenze, che essa non riesce più ad attuare la prontezza della carità, nella quale consiste la devozione; questo avviene quando il peccato veniale alberga nella nostra coscienza per l’affetto che gli portiamo.” La mentalità mondana dei nostri giorni potrebbe considerare esagerata e “bacchettona” questa visione del Salesio. Ma sta a noi non considerarla tale ed impegnarci a superare anche questo “ostacoli” minori. E di questi, nel nostro quotidiano, ne incontriamo molti. Quindi, coraggio!

Preghiamo

Signore desideriamo vivere secondo la Tua Parola, ma spesso le nostre abitudini e i nostri piccoli vizi ostacolano tale desiderio. Aiutaci a non sottovalutare queste difficoltà e a superarle con un maggiore impegno. Amen.

L’impegno odierno: individuare qualche nostro difetto e, se possibile, fare uno sforzo per correggerlo…almeno un po’. Buona giornata a tutti,

PG&PGR