13 Maggio 2021: Messaggio alla Comunità Parrocchiale

Carissimi,

dopo aver parlato dell’umiltà esteriore, nel capitolo V che oggi iniziamo, Francesco di Sales si sofferma, molto più ampiamente, a trattare quella interiore dicendo chiaramente che ciò ha detto finora “riguarda più il campo della saggezza che quello dell’umiltà” che, comunque, rimane molto importante. Nella sua argomentazione riporta il pensiero di San Tommaso d’Aquino: “il mezzo per giungere all’amore di Dio è il pensiero dei suoi benefici; meglio li conosciamo e più amiamo Dio”. Infatti, dice il Nostro: “Molti non vogliono pensare alle grazie che Dio ha loro dato personalmente, non ne hanno il coraggio perché temono di cadere nella vanagloria e nel vuoto compiacimento.” Ma si commetterebbe un grande errore: I doni che Dio concede a noi suoi figli non possono essere accantonati e non devono alimentare la superbia ma, attraverso il nostro operato, esaltare la Sua bontà e la sua misericordia. Il primo passo da compiere per “imparare” l’umiltà interiore è considerare questa infinita misericordia riflettendo su “quello che Egli ha fatto per noi e quello che noi abbiamo fatto contro di Lui”. Ognuno di noi ha ricevuto dei doni da Dio e non importa se grandi o piccoli… Ripensiamo alla parabola del talenti (Mt 25,14-28): colui che ne aveva ricevuti cinque non si gonfia, non si vanta di fronte agli altri sapendo che tutto è stato originato dall’iniziativa del padrone; iniziativa che, colui che aveva ricevuto un solo talento, ha “sotterrato”. Perciò, continua Francesco: “Non dobbiamo temere che il conoscere i doni che ha posto in noi ci gonfi; è sufficiente che abbiamo sempre presente questa verità: ciò che di buono c’è in noi non viene da noi.” Proseguendo su questa linea chiede a se stesso e, di conseguenza ad ognuno di noi: Che cosa abbiamo di buono che non ci sia stato dato?E se ci è stato dato, perché insuperbirsene?…la seria riflessione sui doni ricevuti ci rende umili; la conoscenza genera la riconoscenza”. Ma il rischio della vanità c’è sempre ed è bene tenerlo a bada. Francesco suggerisce un rimedio che definisce infallibile: “Pensiamo alla nostra ingratitudine, alla nostra imperfezione, alla nostra miseria: se pensiamo ai guai che abbiamo combinato quando Dio non era con noi, scopriremo subito che quanto di buono riusciamo ad imbastire con Lui, non è nel nostro stile e del nostro sacco. Ne proveremo gioia sincera perché il bene c’è, ma ne daremo il merito a Dio perché Lui solo ne è l’autore.” Oggi celebriamo la memoria della Beata Vergine Maria di Fatima ricordando la sua ultima apparizione ai tre pastorelli il 13 maggio 1917 e concludiamo questa prima sezione col riferimento che il de Sales fa all’umiltà della “ragazza di Nazaret” che, di fronte alla lode della cugina Elisabetta, dichiara: “Dio opera meraviglie…la mia anima magnifica il Signore, dice, perché ha fatto in me cose grandi.” Non dimentichiamo che il Signore vuole fare cose grandi con ognuno di noi. Mettiamoci dunque alla Sua scuola.

Preghiamo con le parole della liturgia

O Dio, Tu hai voluto che Maria, Madre del tuo Figlio, fosse anche nostra Madre, fa’ che, perseverando nella penitenza e nella preghiera per la salvezza del mondo, ci adoperiamo con tutte le forze per la crescita del regno di Cristo. Amen-

Senz’altro ognuno di noi ha i suoi doni. Cerchiamo, oggi, di viverne al meglio almeno uno. Buona giornata,

PG&PGR

Notizie di PGR

Una sorta di ping-pong tra TAC e Colonscopia, di ordini e contrordini…Poi martedì TAC e ieri Colon. L’esito della TAC non è ancora disponibile; in quanto alla Colonscopia sono stati prelevati alcuni campioni per l’istologico (di prassi) con un solo commento da parte dei medici: nulla di preoccupante. Non vi nascondo che PGR sta diventando un po’ insofferente…e lo capisco. Da parte nostra non possiamo fare altro che pregare ancora.

PG