19 Maggio 2021: Messaggio alla Comunità Parrocchiale

Carissimi,

San Francesco di Sales inizia il VI capitolo della Terza parte della Filotea con un invito che in un primo momento potrebbe lasciarci, a dir poco, perplessi: “Ti dico di amare l’abiezione sempre e in tutto”. Calma, non allarmiamoci! Lo abbiamo già detto tempo fa: nel linguaggio del Nostro, il termine “abiezione” non indica comportamenti negativi e riprovevoli. Per non incorrere in qualche malinteso, infatti, si affretta a spiegarne il senso: “Mi chiederai, che cosa vuol dire amare la propria abiezione? In latino abiezione vuol dire umiltà e umiltà vuol dire abiezione; di modo che, quando la Madonna nel suo Cantico dice che, poiché il Signore ha visto l’umiltà della sua serva, tutte le generazioni la chiameranno beata, vuol dire che il Signore, con bontà, ha guardato la sua abiezione, la sua meschinità, la sua bassezza, per colmarla di grazia e di favori”. Beh, ora siamo più tranquilli! C’è però una differenza tra umiltà e abiezione. Spiega: “L’abiezione è la pochezza, la bassezza e la meschinità che alberga in noi, senza che ci pensiamo; la virtù dell’umiltà invece, è la conoscenza veritiera e l’ammissione della nostra abiezione.” Dunque l’abiezione così intesa è qualcosa che, vogliamo o no, è connaturale all’essere umano; l’umiltà nasce, invece, dalla consapevolezza di ciò che siamo effettivamente e dalle scelte che operiamo. Facendo poi seguito alle parole di San Paolo che invita a considerare gli altri superiori a noi stessi (Fil 2,3), aggiunge: “L’apice dell’umiltà così intesa consiste non soltanto nel riconoscere la nostra abiezione, ma nell’amarla ed esserne contenti; non per mancanza di coraggio o di generosità, ma per esaltare maggiormente la Maestà divina e dare al prossimo una stima maggiore che a noi stessi.” Certamente non è una cosa facile. Dobbiamo, però, pensare che l’altro con tutti i suoi difetti, i suoi limiti, le sue “bassezze” è pur sempre una creatura fatta ad immagine e somiglianza del Creatore…proprio come noi! Francesco, con tutta franchezza, si spinge oltre portando degli esempi, forse lontani dalla realtà del nostro tempo, che rendono, tuttavia, molto bene l’idea; è una citazione un po’ lunga, ma che vale la pena di leggere per intero: “Ti incoraggio a questo e, per essere più esplicito, ti dirò che, tra i mali che ci affliggono, alcuni sono spregevoli, altri onorati; a quelli onorati molti si adattano, ma nessuno vuol saperne di quelli spregevoli. Prendi, per esempio, un devoto eremita, coperto di cenci e tremante dal freddo: tutti onoreranno il suo abito a brandelli e proveranno compassione per la sua sofferenza; ma se un povero artigiano, un povero galantuomo o una povera ragazza si trovano nelle stesse condizioni, verranno coperti di disprezzo, derisi e la loro povertà sarà spregevole. Se un Religioso accetta con devozione un duro richiamo dal superiore, o un figlio dal padre, tutti chiameranno quel comportamento mortificazione, obbedienza, saggezza; se un cavaliere o una dama dovessero subire, per amore di Dio, la stessa cosa da parte di qualcuno, di qualunque cosa si tratti, tutti la chiameranno codardia o vigliaccheria: ecco un altro male spregevole. Poni il caso che uno abbia un tumore al braccio e un altro al volto: il primo soffre soltanto il male, ma il secondo, con il male, si trova il disprezzo, l’isolamento e l’abiezione. Io ti dico che non soltanto devi amare il male, il che è opera della virtù della pazienza; tu devi amare anche l’abiezione, e questo è opera dell’umiltà.” Non lasciamoci tentare dall’idea che Francesco sia troppo esigente. Con l’aiuto del Signore, senza superbia e con tanta buona volontà, ne saremo capaci e, soprattutto, non mettiamo dei limiti all’opera di Dio.

Preghiamo

Signore apri la nostra mente alla comprensione della Tua Parola, apri il nostro cuore alle ispirazioni del Tuo Spirito e fa’ che, riconoscendo le nostre debolezze e i nostri limiti, ci impegniamo a vivere, con vera umiltà, i doni che ci hai dato. Amen.

Ed oggi cerchiamo di guardare al nostro prossimo con occhi diversi. Buona giornata,

PG&PGR

Notizie da PGR

E’ proprio vero, anche l’ambito ospedaliero è evangelizzato… Perché? Perché anche lì “la destra non sa cosa fa la sinistra”…Oggi ulteriore ecografia, senza comunicazioni tra il reparto dove è ricoverato e l’Urologia, con gli stessi risultati di ieri. L’Urologo incavolato, l’assistente incavolato e PGR… incavolatissimo!!! L’unica consolazione è che non c’è nulla di particolare. E che ve devo di’? Continuamo a prega’.

PG