4 Maggio 2021: Messaggio alla Comunità Parrocchiale

Carissimi,

con l’incontro odierno terminiamo il secondo capitolo della terza parte di Filotea. Dopo averci parlato di San Bernardo e, attraverso San Girolamo, di Santa Paola, di imperfezioni e perfezioni, di estasi, unioni deificanti, elevazioni dell’anima e altri doni speciali che Dio riserva ad alcuni suoi figli, Francesco di Sales vuole invitarci a stare con i piedi per terra prendendo coscienza della nostra realtà personale: un cammino che è iniziato il giorno del nostro Battesimo e, man mano, crescendo in età e nella fede, ci ha portati a fare delle scelte ognuno secondo la propria vocazione: “Noi abbiamo iniziato un cammino per diventare persone oneste, gente devota, uomini pii, donne pie; ecco perché dobbiamo impegnarci seriamente.” Quello che il Signore vuole da noi è proprio questo: un impegno serio “vissuto con molta semplicità, umiltà e devozione, esercitandoci alle piccole virtù messe da Nostro Signore alla portata del nostro impegno e del nostro lavoro”. Se non siamo degli esperti scalatori, non mettiamoci in testa di andare sul Corno Grande del massiccio del Gran Sasso (2.912 mt s.l.m.) per la “direttissima” o scalare il “Dente del Gigante” (4.014 mt. S.l.m.) sul gruppo del Monte Bianco: rischieremmo  di farci male, molto male! Accontentiamoci di piccole, ma salutari escursioni. Quello che il Nostro ci consiglia, ed è alla portata di tutti, è vivere esercitando ”la pazienza, la bontà, la mortificazione del cuore, l’umiltà, l’obbedienza, la povertà, la castità, la dolcezza nei confronti del prossimo, la sopportazione delle sue imperfezioni, la diligenza e il fervore delle cose sante.” Non è questione di essere rinunciatari, ma persone che sanno riconoscere e rispettare i propri limiti e dunque “lasciamo volentieri le altezze alle anime grandi: non siamo capaci di un ruolo così elevato nel servizio di Dio. Saremo già contenti di poterlo servire in cucina o come fornai, di essere suoi servi, suoi facchini, magari suoi camerieri; è Lui soltanto che può decidere di chiamarci a far parte degli intimi e del consiglio privato.” Una battuta di spirito, certamente, ma che rispecchia la presunzione di chi si sente autorizzato a dare dei consigli a Dio. Di seguito Francesco ribadisce che “questo Re di gloria (il Signore) non dà ai suoi servi le ricompense secondo il livello dei compiti assegnati, ma secondo l’amore e l’umiltà che hanno messo nell’esercitarli.” Questo è valido qualunque sia il nostro compito, il nostro ruolo, nella Chiesa, nella famiglia, nella comunità religiosa o parrocchiale, nell’ambiente di lavoro. Concludiamo riportando un ulteriore ammonimento: ”La pretesa di cose straordinarie così alte ed elevate è facilmente occasione di illusioni, inganni, e falsità. Capita qualche volta che coloro i quali pensano di essere angeli non siano nemmeno uomini come si deve; in loro, alla prova dei fatti, trovi soltanto sfoggio di parole e termini magniloquenti, ma vuoto di sentimenti e assenze di opere. Tuttavia non è bene disprezzare e censurare in modo temerario; Benediciamo Dio per la superiorità degli altri, ma rimaniamo nel nostro cammino, che corre più a valle ma è più sicuro, meno appariscente, ma più alla portata della nostra insufficienza e della nostra pochezza; e se noi ci manteniamo in quello con umiltà e fedeltà, Dio ci innalzerà a grandezze maggiori.” Facciamo tesoro di queste parole considerando che, parlando al plurale, il de Sales include anche se stesso…Ma il Signore, con lui, ha voluto fare cose grandi.

Preghiamo

Signore facci capire che anche attraverso le cose umili e semplici, con le azioni quotidiane fatte con umiltà ed amore, possiamo rendere lode al Tuo nome ed annunciare il Tuo Regno.

Amen.

Ed oggi, nelle nostre occupazioni, sentiamoci “piccoli” ma, con amore, rendiamole “grandi” agli occhi di Dio. Buona giornata,

PG&PGR