21 Luglio 2021: Messaggio alla Comunità Parrocchiale

Carissimi,

siamo al XXII capitolo della Terza parte di Filotea col quale San Francesco di Sales ci offre ancora “Qualche altro consiglio a proposito dell’amicizia”. Questi ultimi sei capitoli, interamente dedicati a questo argomento, esaltando gli aspetti positivi di quella vera e mettendoci in guardia da quelli negativi della “fasulla”, ci danno la misura di quanto egli abbia in alta considerazione questo grande dono di Dio che si realizza nello scambio reciproco e nell’affetto: “L’amicizia richiede un intenso scambio tra coloro che si vogliono bene: diversamente non può nascere e tanto meno mantenersi. Ecco perché avviene spesso che agli scambi che sono alla base dell’amicizia, se ne aggiungano molti altri che si insinuano insensibilmente da cuore a cuore: e così gli affetti, le tendenze e le opinioni passano in continuazione da uno all’altro.” Evidentemente la stima dell’amico/a è un elemento basilare di questo “sentirsi amici” che non deve impedire, però, qualche efficace correzione in presenza di qualche imperfezione. Richiamando l’esempio dell’ormai conosciuto miele di Eraclea, Francesco sottolinea: “Questo soprattutto quando all’affetto si aggiunge la stima; in tal caso apriamo il cuore all’amico con molta larghezza per cui, con essa, entrano con facilità in noi tutte le sue tendenze e le sue opinioni, poco importa se siano buone o cattive. Le api che raccolgono il miele di Eraclea cercano soltanto il miele, ma con esso succhiano anche le qualità velenose dell’aconito sul quale fanno la raccolta.” L’essere amici non vuole dire, dunque, chiudere gli occhi di fronte alle imperfezioni. Tacendo faremmo loro, e a noi stessi, un torto. Il Nostro fa anche riferimento all’interpretazione che alcuni Padri della Chiesa danno di un versetto del profeta Geremia (15,9): “A questo proposito, Filotea, bisogna mettere in pratica la parola che il Salvatore delle anime nostre era solito ripetere e che gli antichi ci hanno insegnato: Sii abile cambiavalute, batti buona moneta; ossia, non accettare il denaro falso con il buono, né l’oro di bassa lega con l’oro fino; separa il metallo prezioso dal vile. Fa’ attenzione perché nessuno va esente da imperfezioni.” E’ senz’altro vero che nel “Discorso della montagna” Gesù invita i suoi discepoli ad essere perfetti come è perfetto il Padre (Cfr Mt 5,48), ma tante volte ci siamo accorti che gli stessi Apostoli erano lontani da tale perfezione…Figuriamoci noi! Ancora una precisazione: è pur basandosi, l’amicizia, sull’affetto e la stima, intervengono altri fattori come la comunicazione o meglio, la condivisione ma, dice Francesco, non di tutto e ne spiega il perché ponendoci una domanda e dando lui stesso la risposta: “Che motivo c’è di ricevere alla rinfusa difetti e imperfezioni dell’amico assieme alla sua amicizia? E’ evidente che bisogna volergli bene nonostante le sue imperfezioni, ma non bisogna voler bene alle sue imperfezioni e prenderle su di noi; l’amicizia richiede che ci comunichiamo il bene, non il male.”  Per meglio spiegare questo concetto prende ad esempio i cercatori d’oro che “separano l’oro che trovano per portarlo via, mentre lasciano il resto sulla riva del fiume, coloro che comunicano con l’amico devono saper separare la sabbia delle imperfezioni e non lasciarla penetrare nelle loro anime.” Possiamo dedurne che la conoscenza dei propri limiti e quelli dei nostri amici, non toglie nulla a quel legame, ma ci mette in grado di compiere un vero e proprio atto d’amore nell’esercizio della correzione fraterna che, intendiamoci, deve essere fatta in tutta umiltà, con attenzione e delicatezza, senza dimenticare le parole di Gesù a proposito della trave e della pagliuzza (Cfr Lc 6,41-42).

Preghiamo

Signore che non ci chiami servi ma, amici, aiutaci a crescere nella Tua amicizia e fa’ che questa possa riflettersi nell’animo di tutti i nostri amici per rendere, insieme, gloria al Tuo nome. Amen

Ed oggi pensiamo un po’ di più alla nostra amicizia col Signore. Buona giornata,

PG&PGR