Carissimi,
altro brano del XXIX capitolo. Francesco sente il bisogno di metterci in guardia contro ogni tipo di eccesso dicendo chiaramente: “Se è vero che bisogna essere molto attenti a non parlare mai male del prossimo, però bisogna anche guardarsi dall’estremo opposto, in cui cadono alcuni, i quali, per paura di fare della maldicenza, lodano e dicono bene del vizio.” Possiamo aggiungere che questo sarebbe un grave errore e il tentativo di giustificare un comportamento sbagliato potrebbe trasformarsi in una sorta di incauta complicità. A questo proposito ammonisce: “Se ti imbatti in un maldicente senza pudore, per scusarlo, non dire che è una persona libera e franca; di una persona apertamente vanesia, non dire che è generosa e senza complessi; le libertà pericolose non chiamarle semplicità e ingenuità; non camuffare la disobbedienza con il nome di zelo, l’arroganza con il nome di franchezza, la sensualità con il nome di amicizia.” La comprensione e l’indulgenza perdono la loro efficacia quando si rinuncia, per motivi di opportunità, alla correzione. L’episodio evangelico della donna colta in flagrante adulterio è eloquente: Gesù, dopo aver mostrato la sua misericordia, non dice semplicemente “va’, torna tranquilla a casa tua”, ma: “Va’ e d’ora in poi non peccare più” (Gv 8,11). Su questo il pensiero del Salesio è molto chiaro: “Cara Filotea, per fuggire il vizio della maldicenza, non devi favorire, accarezzare, e nutrire gli altri vizi; ma con semplicità e franchezza, devi dire male del male e biasimare le cose da biasimare; solo se agiamo in questo modo diamo gloria a Dio.” Il “dare gloria a Dio”, dunque, non è limitato alle azioni liturgiche o alle pie pratiche, ma si allarga a tutto il comportamento umano ed in modo particolare quando si agisce secondo una verità oggettiva. Anche in questo si deve, però, agire con prudenza; aggiunge il Nostro: “Fa però attenzione ed attieniti a quello che ora ti dirò. Si possono lodevolmente biasimare i vizi degli altri, anzi è necessario e richiesto, quando lo esige il bene di colui di cui si parla o di chi ascolta.” L’esigenza e la ricerca del bene devono sempre avere la meglio e a sostegno di questo vengono portati anche alcuni esempi pratici che, per non tediarvi troppo, rimandiamo volentieri a domani.
Preghiamo
Signore aiutaci ad essere semplici e franchi di fronte al male e a ricercare sempre la gloria del Tuo nome vincendo la timidezza che, a volte, ci impedisce di essere sinceri fino in fondo e di correggere, con amore, chi sbaglia. Amen
In che modo, oggi, possiamo rendere gloria a Dio? Buona giornata,
PG&PGR