Carissimi,
“rinnova la tua offerta con mille propositi e promesse e rimani in quelle…Egli (Dio) ti verrà in aiuto: prenderà il tuo amore sotto la sua protezione, per farlo vivere unicamente in Lui.” Con queste parole si concludeva l’ultima citazione di sabato scorso. Se ricordate, il Vangelo della sesta domenica di Pasqua (era il 9 maggio), Gesù, ancora una volta, ci invitava a “rimanere nel suo amore” (Gv 15,9b), e il verbo rimanere presuppone un essere già in un determinato stato con la volontà di restarci… E’ frutto di una scelta che a volte, per fragilità o debolezza, può venir meno. Considerando questa eventualità, il de Sales dice: “Se poi sei già incappata nelle reti di quei futili amori, allora sento l’obbligo di dirti che ti sarà difficile sbarazzartene.” Purtroppo è una triste verità: quando ci si lascia intrappolare da un qualsiasi male, anche fisico, sottovalutandolo, diventa difficile porvi rimedio. Ma Francesco, da buon “medico delle anime”, non si dà per vinto e ci suggerisce un efficace rimedio: “Mettiti alla presenza della divina Maestà, riconosci l’enormità della tua miseria, la tua debolezza, la tua vanità; poi con l’impegno massimo di cui sarai capace, detesta quegli amori già iniziati, rinnega la sciocca manifestazione che ne hai fatto, rinuncia a tutte le promesse ricevute e, con una volontà forte e risoluta, decidi nel cuore e risolviti a mai più ricominciare quei giochi e quelle schermaglie d’amore.” Qui vengono chiaramente chiamate in causa la nostra coscienza e la nostra volontà: coscienza del male che non abbiamo saputo evitare e volontà di evitarlo in futuro. Inoltre, la piena conoscenza delle nostre debolezze e fragilità, giocheranno a nostro favore. Nonostante questo, a volte, le cose sono un po’ più complicate soprattutto quando si cerca l’aiuto necessario presso chi non è in grado di darlo. Francesco lo spiega molto bene con un esempio:“Se poi ti è possibile allontanarti fisicamente dalla persona coinvolta, sono d’accordissimo, perché, allo stesso modo che coloro i quali sono stati morsi da un serpente, non possono guarire facilmente in presenza di coloro che già sono stati morsi a loro volta, la persona ferita d’amore difficilmente riuscirà a guarire da quella passione, finché sarà vicina a quella ferita dallo stesso morso.” Ricordiamoci dell’ammonimento di Gesù: “Quando un cieco guida un altro cieco, tutti e due cadranno in un fosso” (Mt 15,14b), Continuando, dunque, nella sua esposizione, il Nostro esorta alla prudenza e all’allontanamento da situazioni, luoghi e persone “per calmare la febbre e l’agitazione causate sia dal dolore che dall’amore”. L’amore, quando è deviato, e il dolore possono dare gli stessi effetti? Sembrerebbe proprio di sì stando ai due esempi che ci vengono offerti; il primo: “Il ragazzo di cui parla S. Ambrogio nel II libro della Penitenza, ritornò da un lungo viaggio completamente guarito dai futili amori che l’avevano attanagliato prima; alla sciocca amante che, incontrandolo gli disse: Non mi conosci? sono sempre la stessa! Sì, certo, rispose, ma sono io che non sono più lo stesso. La lontananza aveva operato in lui quel felice mutamento”; nel secondo richiama l’esperienza di Sant’Agostino il quale nelle “Confessioni” narra che “per alleviare il dolore per la morte dell’amico (del quale non si fa il nome – ndr)si allontanò da Tagaste, dove quegli era morto, e se ne andò a Cartagine”. Quell’amico, il cui nome resta a noi sconosciuto, rimarrà per sempre nel cuore del vescovo di Ippona mentre quello della “sciocca amante” scomparirà ben presto dalla mente di quel giovane. Una vecchia canzone degli anni ’70, composta da Domenico Modugno diceva che la lontananza è come il vento che spegne i fuochi piccoli e alimenta quelli grandi. Leggendo con gli occhi di Francesco possiamo dire che i fuochi piccoli sono gli amori “fasulli”, passeggeri, dannosi; quelli grandi sono alimentati dall’Amore di Dio e, quindi, non possono estinguersi. Ci fermiamo con una domanda che lo stesso Francesco pone: Ma chi non può allontanarsi? Bella domanda France’! ma siamo sicuri che domani ci darai una risposta chiara.
Preghiamo
Signore ravviva in noi il fuoco del Tuo amore; allontanaci dai pericoli che a questo si oppongono e facci vivere dell’amore vero che nasce da Te. Amen
Ed oggi? Guardiamoci bene dal “fuoco” che nasconde insidie. Buona giornata,
PG&PGR