29 Dicembre 2021: Messaggio alla Comunità Parrocchiale

Carissimi,

Francesco di Sales ci pone ancora tre domande per completare questa seconda “sessione di esami” che riguarda noi stessi. Ci chiede: ”Che cosa pensi di essere davanti a Dio? Niente senza dubbio! Per una mosca sentirsi nulla di fronte a una montagna non è grande umiltà; lo stesso si dica per una favilla o una scintilla di fronte al sole; l’umiltà consiste nel non sentirsi superiori agli altri e nel non pretendere di essere stimati dagli altri. A che punto sei a questo proposito?” Cosa siamo di fronte a Dio? Ben poca cosa anche se, come dicevamo ieri, “ognuno di noi è prezioso agli occhi del Signore”. Questo non certo per i nostri meriti, ma per la Sua benevolenza. Tuttavia l’uomo, quante volte lo abbiamo detto, continua ad essere ammalato di onnipotenza relegando Dio in un cantuccio o considerandolo come un “incomodo”. Se è vero, come è vero che, come dice il Nostro citando San Paolo, “l’umiltà consiste nel non sentirsi superiori agli altri” (Cfr. Fil 2,3), quanto più umili dovremmo essere di fronte alla grandezza di Dio? La domanda successiva è strettamente legata alla precedente: “Quanto alla lingua, non ti capita di vantarti o per un verso o per l’altro? Non ti elogi un po’ quando parli di te?” Ancora una volta dobbiamo fare ricorso alla parabola del Fariseo e del Pubblicano riferita dall’evangelista San Luca (18,9-14) che ci ammonisce riguardo all’auto-esaltazione: “Chi si esalta sarà umiliato e chi si umilia sarà esaltato” (v. 14b). San Paolo, nella Seconda lettera agli cristiani di Corinto (10,17-18) dirà: “Chi si vanta, si vanti nel Signore; perché non colui che si raccomanda da sé viene approvato, ma colui che il Signore raccomanda”. E il Signore è pronto a farci una “lettera di raccomandazione” quando facciamo la Sua volontà. La sesta ed ultima domanda prende in considerazione l’attenzione che dovremmo avere riguardo alla nostra salute: ”Quanto alle azioni, non prendi dei piaceri contrari alla tua salute? Voglio dire: piaceri sciocchi e inutili, troppe veglie senza scopo e simili.” La salute è un dono prezioso di Dio e come tale va salvaguardata. A volte, però, dimentichiamo che anche “frate asino”, come San Francesco d’Assisi chiama il nostro corpo, ha le sue esigenze e i suoi limiti e non possiamo maltrattarlo e “bastonarlo”: proprio come un asinello potrebbe impennarsi e cominciare a “scalciare”. E questo sarebbe veramente un bel guaio!

Oggi, quinto giorno dell’ottava di Natale, ricorre anche la memoria di  San Tommaso Becket (1118-1170), vescovo e martire. Cancelliere del Regno venne eletto arcivescovo di Canterbury e primate d’Inghilterra nel 1162.

Ostile ai propositi di Enrico II di ridimensionamento dei privilegi ecclesiastici, ne pagò il prezzo. Fu infatti ucciso nella cattedrale di Canterbury, la sua cattedrale, nel 1170.

Preghiamo con le parole della liturgia della memoria

O Dio, che hai dato al santo martire Tommaso Becket il privilegio di versare con grande coraggio il suo sangue per la giustizia, concedi a noi, con la sua intercessione, di rinnegare per Cristo la nostra vita in questo mondo, per poterla ritrovare nel regno dei cieli. Amen

Ed oggi un po’ più di umiltà e di attenzione ai nostri limiti. Buona giornata,

PG&PGR