17 Marzo 2022: Messaggio alla Comunità Parrocchiale

Carissimi,

non c’è niente da fare: le nostre capacità intellettive, e neanche la nostra buona volontà, per quanto ci si impegni, non possono fare a meno della bontà di Dio che è all’origine del bene. A dirla così sembrerebbe una cosa scontata ma, a quanto sembra, non per tutti. Ancora oggi c’è chi sostiene la causa dell’uomo “padrone” di se stesso, anche in campo spirituale. Il retaggio dl peccato originale, quella presunzione superba di voler “essere come Dio” è ancora presente nel mondo…e le conseguenze si vedono! Il Papa, al numero 54 fa notare che non solo i Concili e i Sinodi, ma “anche il Catechismo della Chiesa Cattolica ci ricorda che il dono della grazia «supera le capacità dell’intelligenza e le forze della volontà dell’uomo», e che «nei confronti di Dio in senso strettamente giuridico non c’è merito da parte dell’uomo. Tra Lui e noi la disuguaglianza è smisurata»”. Le nostre opere, anche le più buone, dipendono sempre dall’iniziativa di Dio che, attraverso il Suo Spirito, opera in noi e attraverso di noi. Continua: ”La sua amicizia ci supera infinitamente, non può essere comprata da noi con le nostre opere e può solo essere un dono della sua iniziativa d’amore”. C’è ancora chi pensa che tutto può essere comprato, tutto ha il suo prezzo! Una mentalità, purtroppo, comune che ritroviamo anche agli albori della cristianità. Negli Atti degli Apostoli (8,18-33) possiamo rileggere la vicenda di Simone il mago che chiede agli Apostoli il dono di poter “imporre le mani” offrendo loro una ricompensa in denaro…e San Pietro, possiamo immaginarlo, si arrabbia non poco. No, non si può comprare, neanche per un buon fine o con le opere buone, ciò che è “competenza” di Dio né comprare ciò che Lui, nella sua infinita misericordia, dona gratuitamente. Papa Francesco continua citando un passaggio della Summa Theologie di San Tommaso d’Aquino: “Questo ci invita a vivere con gioiosa gratitudine per tale dono che mai meriteremo, dal momento che «quando uno è in grazia, la grazia che ha già ricevuto non può essere meritata»”. Segue una affermazione decisa del Pontefice: “I santi evitano di porre la fiducia nelle loro azioni” e a sostegno di questa cita un passo di una preghiera di Santa Teresa di Lisieux: “«Alla sera di questa vita, comparirò davanti a te a mani vuote, perché non ti chiedo, Signore, di contare le mie opere. Ogni nostra giustizia è imperfetta ai tuoi occhi».[54]  E con qualche altro brano della stessa preghiera concludiamo l’incontro odierno.

Desidero essere santa, ma sento la mia impotenza e vi domando, o mio Dio, di essere voi stesso la mia santità.

Vi ringrazio, o mio Dio, di tutte le grazie che m’avete accordate, in particolare di avermi fatta passare attraverso il crogiolo della sofferenza. 

Sento nel mio cuore desideri immensi e vi chiedo con tanta fiducia di venire a prendere possesso della mia anima. 

Se qualche volta cado per mia debolezza, il vostro sguardo divino purifichi subito la mia anima consumando tutte le mie imperfezioni, come il fuoco che trasforma ogni cosa in sé stesso…  Amen

Ed oggi? Beh, vedete un po’ voi! Buona giornata,

PG&PGR