21 Marzo 2022: Messaggio alla Comunità Parrocchiale

Carissimi,

nel numero 56 Papa Francesco ritorna a citare, seppur in modo indiretto, il CCC circa la dottrina del “merito” e della cooperazione per la crescita della vita di grazia. Dice: “Solo a partire dal dono di Dio, liberamente accolto e umilmente ricevuto, possiamo cooperare con i nostri sforzi per lasciarci trasformare sempre di più. La prima cosa è appartenere a Dio. Si tratta di offrirci a Lui che ci anticipa, di offrirgli le nostre capacità, il nostro impegno, la nostra lotta contro il male e la nostra creatività, affinché il suo dono gratuito cresca e si sviluppi in noi”. Ma bisogna fare bene attenzione alle devianze, seppur involontarie, che tendono a far diventare la cooperazione e l’amicizia con Dio un merito umano. Colui che coopera ad un’opera non è certamente più importante di colui che l’ha ideata indicandone i mezzi e i fini. “Un discepolo non è da più del maestro, né un servo da più del suo padrone” (Mt 10,24). Proseguendo il testo propone un brano della Lettera di San Paolo ai Romani che ci piace ampliare: “Vi esorto dunque, fratelli, per la misericordia di Dio, ad offrire i vostri corpi come sacrificio vivente, santo e gradito a Dio; è questo il vostro culto spirituale. Non conformatevi alla mentalità di questo secolo, ma trasformatevi rinnovando la vostra mente, per poter discernere la volontà di Dio, ciò che è buono, a lui gradito e perfetto. Per la grazia che mi è stata concessa, io dico a ciascuno di voi: non valutatevi più di quanto è conveniente valutarsi, ma valutatevi in maniera da avere di voi una giusta valutazione, ciascuno secondo la misura di fede che Dio gli ha dato.” (Rom 12.1-3) “Del resto – conclude il Papa – la Chiesa ha sempre insegnato che solo la carità rende possibile la crescita nella vita di grazia, perché «se non avessi la carità, non sarei nulla» (1 Cor 13,2)”. [56] Vista la brevità del testo odierno, non ci facciamo scappare l’occasione di riproporvi, come preghiera, parte dell’Inno alla Carità:

Se anche parlassi le lingue degli uomini e degli angeli, ma non avessi la carità, sono come un bronzo che risuona o un cembalo che tintinna.  E se avessi il dono della profezia e conoscessi tutti i misteri e tutta la scienza, e possedessi la pienezza della fede così da trasportare le montagne, ma non avessi la carità, non sono nulla. E se anche distribuissi tutte le mie sostanze e dessi il mio corpo per esser bruciato, ma non avessi la carità, niente mi giova. La carità è paziente, è benigna la carità; non è invidiosa la carità, non si vanta, non si gonfia, non manca di rispetto, non cerca il suo interesse, non si adira, non tiene conto del male ricevuto, non gode dell’ingiustizia, ma si compiace della verità. Tutto copre, tutto crede, tutto spera, tutto sopporta. La carità non avrà mai fine“. (1 Co 13,1-8)

Oggi, almeno astronomicamente, inizia la primavera. Anche in noi rifiorisca la carità verso tutti e non smettiamo di pregare per la pace. Buona giornata,

PG&PGR