6 Ottobre 2022: Messaggio alla Comunità Parrocchiale

Carissimi,

nel messaggio del 21 settembre scorso dicevamo che il Libro biblico del “Cantico dei Cantici”, attribuito al re Salomone, è alla base del Trattato dell’Amor di Dio. Vi sarete senz’altro accorti che Francesco di Sales, per parlare dell’Amore di Dio per le sue creature, la prende “un po’ alla lontana” e con un linguaggio non sempre completamente accessibile. Ma con il capitolo nono, che iniziamo oggi, le “nuvole si diraderanno” e il “cielo diventerà più limpido”. Inizia con queste parole: “Il grande Salomone descrive con tratti meravigliosi gli amori del Salvatore e dell’anima devota in quell’opera divina che, per la sua delicata soavità, si chiama il Cantico dei Cantici. Lo scrittore sacro, per elevarci più dolcemente alla considerazione dell’amore spirituale che passa fra Dio e noi mediante la corrispondenza tra i movimenti dei nostri cuori e le aspirazioni della divina maestà, ricorre ad una costante allegoria, rappresentando gli amori di un casto pastore con una pudica pastorella”. Per comprendere meglio il testo dobbiamo entrare nell’ottica di un Dio (lo Sposo) follemente innamorato delle Sue creature, noi (la sposa); un Dio che guarda ad ognuno con grande passione e misericordia. Ma l’autore del libro, Salomone o chi per lui, usa dei termini molto… umani e proprio per questo motivo il Cantico è stato accolto nell’elenco dei Libri Biblici (canone) solo circa un secolo dopo la nascita di Cristo. Proviamo solo ad immaginare le discussioni di quei santi rabbini di fronte al un testo sacro che inizia, facendo dire alla sposa: «Che mi baci con un baci della sua bocca»…! Ci spiega il Salesio: Vedi, Timoteo, come l’anima, nella persona di quella pastorella, col primo desiderio che esprime, non pretende che una casta unione a suo Sposo, come se dichiarasse che è l’unico scopo al quale aspira e per il quale respira”. Francesco continua asserendo che l’uomo manifesta le proprie passioni (non vi spaventate) come fanno gli animali, attraverso alcuni movimenti. Proviamo a pensare al “corteggiamento”…, ma subito dopo mette in evidenza quello che differenzia l’uomo dall’animale e cioè tutto ciò che proviene “dalla parte spirituale delle nostre anime, che chiamiamo ragione e che ci distingue dagli animali, per mezzo delle parole e, di conseguenza, tramite la bocca e per cui, versare la propria anima e aprire il proprio cuore non è altro che parlare”. Per essere più chiaro cita un brano del Primo libro di Samuele (1,13-15) nel quale si fa menzione della preghiera sommessa di Anna, madre del profeta, tanto che “a mala pena si percepiva il movimento delle labbra” dicendo: «Ho versato la mia anima davanti a Dio». A questo punto il Salesio, sorprendendoci, fa una delle affermazioni più belle e poetiche di tutto il TAD: “Questo è il motivo per cui si applica una bocca sull’altra quando ci si bacia, per testimoniare che si vorrebbe versare un’anima nell’altra, per unirle con un’unione perfetta”. Grande San Francesco di Sales!!! Quanto sarebbe bello che il primo bacio tra innamorati, e tutti quelli che seguono, facessero riflettere giovani e meno giovani, su questo.

Preghiamo

Signore, aiutaci a versare in Te i nostri cuori e perdonaci se qualche volta, troppo presi dalla nostra umanità, sbagliamo…recipiente. Amen

Ed oggi…prendiamo bene la mira. Buona giornata,

PG&PGR