19 Novembre 2022: Messaggio alla Comunità Parrocchiale

Carissimi,

il nostro caro amico Francesco, nella seconda parte del quarto capitolo che ci avviamo a concludere, dice che Dio, per donare all’umanità il proprio Figlio, avrebbe potuto seguire molte vie: crearlo dal nulla, formare il suo corpo con una materia preesistente “o anche per ordinaria generazione da un uomo e da una donna”.

Ma Egli scelse la via della “generazione straordinaria da una donna senza concorso dell’uomo…elesse la Santissima Vergine Nostra Signora, per mezzo della quale il Salvatore delle nostre anime non soltanto sarebbe stato uomo, ma figlio del genere umano”. A servizio dell’opera del Salvatore, afferma il Nostro, la santa provvidenza creò tutte le altre cose, naturali e soprannaturali in modo che “gli Angeli e gli uomini  potessero, servendolo, prendere parte alla sua gloria”. Tanto le creature angeliche quanto quelle umane furono dotate dalla Divina Provvidenza di “libero arbitrio” cioè della piena libertà di scegliere tra il bene e il male. Non manca di specificare, però, che “per testimoniare che da parte della bontà divina erano destinati al bene e alla gloria, li creò tutti in uno stato di giustizia originale”. In altre parole possiamo dire che, nonostante la libertà di poter scegliere, il Creatore, come fa un buon padre con i propri figli, indicò a tutte le sue creature il giusto cammino verso la felicità eterna. Ma il libero arbitrio può portare, talvolta, a fare delle scelte che allontanano dal giusto cammino e dalla “felicità eterna”. I primi ad operare in questo modo furono gli “angeli ribelli” che, per superbia, si opposero al loro Creatore; per questo Dio,  pur essendo immensamente misericordioso, ma altrettanto giusto “risolse di abbandonare per sempre quella triste ed infelice schiera di perversi che, nella furia della loro ribellione, l’avevano così indegnamente abbandonato”(Cfr. 2 Pt 2,4; Gd 1,6). Questo accadde per Lucifero e per la schiera dei suoi seguaci. Ma anche l’uomo, come ben sappiamo, abusò della propria libertà e, sempre per superbia, si allontanò da Dio. Però, verso questa creatura, inferiore agli angeli, Dio dimostrò maggiore misericordia non volendo far perire tutta “la stirpe degli uomini per colpa di uno solo”. Sono tanti i testi Biblici e quelli dei Padri che mettono a confronto il primo con il secondo Adamo, il Cristo, e Francesco, unendosi a loro dice: “Dio decretò che il Figlio riscattasse gli uomini, non solo con uno dei suoi atti di amore, più che sufficiente per riscattare mille milioni di mondi, ma anche con tutti gli innumerevoli atti amorosi che egli avrebbe fatto e quei dolorosissimi patimenti che avrebbe sofferto fino alla morte ed alla morte di croce”. Ormai, dopo duemila anni di cristianesimo, ci siamo come “abituati” al pensiero del sacrificio del Cristo…Quante volte, però, ci sfugge il significato profondo del mistero della Redenzione…!

Preghiamo

O Dio, che in modo mirabile ci hai creati a tua immagine, e in modo più mirabile ci hai rinnovati e redenti, fa’ che possiamo condividere la vita divina del tuo Figlio che ha voluto assumere la nostra natura umana. Amen

E domani, partecipando all’Eucarestia, meditiamo più profondamente questo mistero. Buona giornata e buona domenica,

PG&PGR