28 Novembre 2022: Messaggio alla Comunità Parrocchiale

Carissimi,

dopo lo “sconfinamento” di ieri che, sinceramente, non ci è sembrato inappropriato, torniamo al Salesio per la conclusione del settimo capitolo. Partiamo da un dato di fatto: da sempre l’uomo si è chiesto il perché di certi eventi e di certi fenomeni; questo lo ha portato a tante scoperte meravigliose in tutti i campi dello scibile umano, ma si è dovuto arrendere di fronte al mistero di Dio, della Sua volontà, delle Sue scelte e, quando non lo ha fatto “ci ha sbattuto il naso”. Francesco di Sales ci dice chiaramente che “bisogna guardarsi sempre dal voler sapere perché la somma sapienza ha concesso una grazia all’uno piuttosto che ad un altro o perché conceda più favori in un luogo che in un altro”. Sarebbe da presuntuosi il voler, a tutti i costi, indagare sull’operato di Dio. Rivolgendosi ad ognuno di noi ci mette in guardia: “No, Teotimo, non lasciarti mai prendere da questa curiosità; infatti, visto che tutti hanno a sufficienza, anzi in abbondanza, tutto ciò che serve alla salvezza, quale motivo può avere l’uomo del mondo di lamentarsi se piace a Dio ripartire le sue grazie più generosamente agli uni che agli altri?” A questo proposito ci viene in mente il brano di Giovanni (21,20-23): « Pietro allora, voltatosi, vide che li seguiva quel discepolo che Gesù amava, quello che nella cena si era trovato al suo fianco e gli aveva domandato: “Signore, chi è che ti tradisce? ”.  Pietro dunque, vedutolo, disse a Gesù: “Signore, e lui? Gesù gli rispose: “Se voglio che egli rimanga finché io venga, che importa a te? Tu seguimi”.» Ormai sappiamo bene che il nostro Autore ama servirsi di esempi molto semplici, spesso tratti dalla natura per esemplificare il proprio pensiero e, accennando alla magnifica varietà e diversità di tutto ciò che è da essa prodotto, fa notare che “siccome la bellezza del mondo richiede varietà, è necessario che nelle cose ci siano perfezioni diverse e differenziate e che l’una non sia l’altra”. Quanto avviene in natura, continua citando San Paolo (1 Co 7,7), avviene anche nelle cose soprannaturali in quanto “ognuno ha il suo dono, chi in un modo, chi in un altro”. E sarebbe veramente un atto di superbia, da parte nostra, indagare sul perchè: Dio non fa ingiustizie, ma distribuisce i suoi doni in modo differenziato affinché tutti possano goderne. Conclude, dunque, il de Sales: “la Chiesa è un giardino colorato da un’infinita varietà di  fiori;  è necessario che ce ne siano di diversa grandezza, di diverso colore, di diverso profumo e, insomma, di qualità diverse”. e perciò dovranno essercene di varie grandezze, di vari colori, di vari odori; in una parola, di differenti perfezioni. Tutti hanno il loro pregio, la loro grazia ed il loro splendore e tutti, nell’insieme della loro varietà, costituiscono un meraviglioso spettacolo di bellezza”. “Spettacolo!” Questa parola non deve trarre in inganno in quanto la Chiesa, cioè tutti noi, non è chiamata solo ad essere “spettacolo di bellezza”, ma soprattutto realtà di amore, di ascolto, di comprensione, di  accoglienza, di tutto ciò che il Signore ci invita ad essere.

In queste settimane di Avvento, fatte le dovute eccezioni, pregheremo sempre con le parole della Liturgia del giorno:

Il tuo aiuto, o Padre, ci renda perseveranti nel bene in attesa di Cristo tuo Figlio; quando egli verrà e busserà alla porta, ci trovi vigilanti nella preghiera, operosi nella carità fraterna ed esultanti nella lode. Amen

Ed oggi, senza fare troppe domande e, soprattutto, senza esigerne le risposte, andiamo avanti incontro al Signore che viene. Buona giornata,

PG&PGR