16 Gennaio 2023: Messaggio alla Comunità Parrocchiale

Carissimi,

eccoci di nuovo a voi per iniziare insieme il Terzo libro del TAD nel quale Francesco di Sales, nei quindici capitoli che lo compongono, ci parlerà “Del progresso e della perfezione dell’amore”. Senza indugio prendiamo in mano il primo capitolo al quale l’Autore dà questo titolo: “Come l’amore sacro possa essere aumentato sempre più in ognuno di noi”. Per sottolineare che l’amore deve essere sempre “in divenire”, fa ricorso al Concilio di Trento che, nella sesta sessione affermava: «gli amici di Dio, andando di virtù in virtù, vengono rinnovati ogni giorno». Dopo circa cinque secoli il Concilio Vaticano II, anche se con altre espressioni, ha confermato questa verità. La fede, che ci porta ad amare Dio, ad essere suoi amici, non è, come abbiamo detto prima, qualcosa di statico, di immobile, ma è chiamata a crescere e, guai, se così non fosse. Tra i tanti brani della Scrittura che il de Sales cita, riportiamo quello di San Paolo che, rivolgendosi ai cristiani di Filippi (Fil 1,9) dice: «Prego che la vostra carità si arricchisca sempre più in conoscenza e in ogni genere di discernimento». Poi, per aiutarci a comprendere meglio il concetto di crescita della fede e, di conseguenza, dell’amore, cita un frate domenicano, Vincenzo di Beauvais, vissuto a cavallo tra il XII e il XIII secolo, letterato e naturalista, che nella sua opera “Specchio della natura” osserva come il coccodrillo sia molto piccolo quando nasce, ma non smetta mai di crescere (possono raggiungere anche sette e più metri di lunghezza – ndr) in tutto il corso della sua vita. Allo stesso modo, dice il Salesio, crescono le virtù quando sono vissute con profondità. Ma attenzione, ci fa notare, che c’è anche il rovescio della medaglia: “In questo è l’immagine dei buoni e dei cattivi: infatti l’arroganza di coloro che odiano Dio cresce sempre (Cfr. Sal 74,23) e i buoni crescono come l’alba del giorno di splendore in splendore (Cfr. 2Co 3,18)”. No, fratelli e sorelle, non possiamo rimanere pericolosamente fermi, abbiamo bisogno di far crescere i doni che Dio ci ha fatto. Quanto è negativa quella frase che, criticando qualche cambiamento, anche in ambito ecclesiale, molti pronunciano: «Ma perché cambiare? Si è sempre fatto così!» Provate a pensare se la scienza, la tecnica, la medicina non avessero fatto passi in avanti nello scorrere dei secoli…Saremmo fermi al Medioevo se non addirittura all’età della pietra. Allo spesso modo, se l’amore e la fede non crescono, restano “bambine” e pian piano regrediscono. Il nostro santo asserisce che “rimanere fermi in uno stesso stato a lungo non è possibile: chi non avanza, indietreggia in questo traffico; chi non sale in questa scala, scende; chi non vince è vinto in questo combattimento”. Non c’è dubbio: quello della fede è un vero combattimento soprattutto ai nostri giorni in cui tante “tentazioni” si oppongono alla fede e all’amore togliendo vigore anche alla speranza. San Paolo stesso scrivendo al suo discepolo Timoteo (1Tm 6,12) lo esorterà con queste parole: «Combatti il buon combattimento della fede, afferra la vita eterna, alla quale sei stato chiamato e per cui hai fatto la buona confessione di fede davanti a molti testimoni.» E oggi, in mezzo alle tante difficoltà che la testimonianza della fede comporta, queste parole di incoraggiamento sono rivolte ad ognuno di noi.

Preghiamo

Signore, spesso ci sentiamo scoraggiati di fronte ai tanti ostacoli della vita. Infondi in noi il coraggio di non fermarci e proseguire con gioia sulla buona strada che hai tracciato per ognuno. Amen

Ed oggi, in alto i cuori e, con coraggio, avanti! Buona giornata,

PG&PGR