25 Febbraio 2023: Messaggio alla Comunità Parrocchiale

Carissimi,

certamente sarebbe lecito chiederci perché Dio, che ci ama tanto, non impedisce che le tentazioni ci assalgano avendo, a volte, la meglio? Puntuale la risposta di Francesco di Sales: “Dio non vuole impedire che veniamo attaccati dalle tentazioni, affinché, resistendo, la nostra carità sia più esercitata e, con il combattimento, possa riportare la vittoria, e con la vittoria, ottenere il trionfo.”

D’altronde, ha lasciato che anche Suo Figlio, nella sua natura umana, fosse tentato nel deserto uscendone, però, vincitore. Ma la nostra condizione umana, immensamente più instabile, ci porta a “provare piacere nella tentazione” facendoci apparire bene ciò che bene non è. L’Autore chiama a sostegno di quanto afferma, la Prima Lettera di San Giovanni (2,16) nella quale l’Apostolo chiede di non amare “il mondo né le cose del mondo”. Chi ha un po’ di dimestichezza con questo linguaggio sa bene che per “mondo”  Giovanni intende tutto ciò che si oppone a Dio: l’orgoglio della vita mondana, la concupiscenza della carne, la cupidigia e l’avarizia. La fede, ne siamo coscienti, sa ben distinguere tra “i veri beni che bisogna perseguire e i falsi che bisogna respingere”; essa è come una sentinella che non si lascia ingannare dal nemico ”mimetizzato” che si presenta sotto mentite spoglie in quanto, attraverso la carità, lo respingerebbe. “Ma – continua – siccome abitualmente teniamo la nostra fede addormentata o meno attenta di quanto sarebbe necessario per conservare la carità, abbastanza spesso veniamo sorpresi dalla tentazione”. Qui sembra proprio che l’Autore stia parlando al cristiano di oggi che soffre di un “perenne sonno” di fronte alle sfide che una società “senza Dio” continuamente gli rivolge. Come al solito, senza peli sulla lingua, il Nostro aggiunge: “L’amor proprio, trovando la nostra fede distratta e sonnecchiosa, ci presenta dei beni vani ma appariscenti, seduce i nostri sensi, la nostra immaginazione e le facoltà della nostra anima, e fa tali pressioni sul nostro libero arbitrio, da condurlo alla totale rivolta contro il santo amore di Dio”. Quello che peggiora la situazione è che troppo spesso non ci accorgiamo di questa “distrazione e sonnolenza” e andiamo avanti nella nostra convinzione di essere, alla fin fine, dei buoni cristiani. Dio, lo ripetiamo, non vuole “obbligare” nessuno a vivere pienamente secondo il Suo amore ed è disposto anche a “deporre le armi” dello Spirito Santo che sono “i suoi doni e le altre virtù celesti, compagne inseparabili della carità”. A tale proposito, e come esempio, il de Sales richiama alla nostra mente un episodio dell’Antico Testamento: Davide, minacciato dalla ribellione del figlio Assalonne, fugge da Gerusalemme (Cfr. 2 Sam 15). Si lascia, quindi, andare ad un’altra espressione di compassione per l’essere umano del suo e del nostro tempo: “Ahimé, Teotimo, quale pietoso spettacolo per gli Angeli di pace, vedere allontanarsi così lo Spirito Santo ed il suo amore dalle nostre anime peccatrici! Penso sicuramente che, se potessero piangere, verserebbero infinite lacrime e con voce malinconica, lamentando la nostra sventura, ripeterebbero il triste cantico che Geremia intonò quando, seduto sulla soglia del tempio distrutto, contemplò la rovina di Gerusalemme” (Cfr. Lam 1,1). Non dovrebbero forse darci uno scossone queste parole desolate? Lasciamo quindi che quei doni dello Spirito facciano breccia nel nostro essere e nel nostro agire senza relegarle…in cantina.

Preghiamo

Guarda con paterna bontà, Dio onnipotente, la debolezza dei tuoi figli, e a nostra protezione e difesa stendi il tuo braccio invincibile. Amen

Dunque, animo! Anche oggi, con l’aiuto di Dio e con un po’ più di buona volontà, potremo farcela. Buona giornata e buona domenica,

PG&PGR