4 Febbraio 2023: Messaggio alla Comunità Parrocchiale

Carissimi,

iniziamo un nuovo capitolo, il nono, che, come scrive Francesco di Sales è una “Introduzione al discorso dell’unione dei beati con Dio” e inizia col dire: “L’amore trionfante che i beati vivono in cielo consiste nell’ultima, immutabile ed eterna unione dell’anima con il suo Dio”. L’unione con Dio, filtrata attraverso le prove della vita terrena, i pericoli e le tentazioni, ne esce vincitrice diventando, così, definitiva. Ma, si chiede l’Autore: “Qual è questa unione?”. Per dare una risposta che possa essere comprensibile, la prende “un po’ alla larga”. I nostri sensi, dice, nella misura in cui si confrontano con “oggetti” piacevoli, tendono a farli propri con ardore e avidità: “Più le cose sono belle, piacevoli alla vista e debitamente illuminate, più l’occhio le guarda con avidità e vivacità”. Il termine “avidità” generalmente indica qualcosa di negativo ma, in questo contesto, indica qualcosa di bello che attrae particolarmente. Chi di noi, di fronte a certi spettacoli meravigliosi della natura, non resta incantato, desideroso di immergersi in tanta bellezza? Per questo motivo “l’oggetto esercita una potente, ma dolce violenza sul senso che gli è destinato”. Il de Sales usa il termine “violenza” in quanto, a volte, l’oggetto è irraggiungibile o…pericoloso. Posso ammirare una montagna, ma in quanto a scalarla…! Egli esemplifica dicendo che gli occhi, che godono della luce, non possono però sopportarne l’eccesso, ad esempio, fissare il sole; o, ancora, una musica, per bella che sia, “sparata” nei nostri orecchi a più di 90 decibel, diventa insopportabile e dannosa per l’udito. La verità, continua “è l’oggetto del nostro intelletto, il quale, di conseguenza, trova tutta la sua gioia nello scoprire e conoscere la verità delle cose; e quanto più le verità sono eccellenti, tanto più il nostro intelletto si applica con maggiore delizia ed attenzione a considerarla”. Per comprendere meglio pensiamo alle tante scoperte della scienza e alle sue applicazioni…buone, si intende! Il Nostro non può fare a meno si soffermarsi a considerare il piacere degli antichi filosofi che reputavano un “niente” le voluttà del mondo al confronto con la loro “amata filosofia per la quale qualcuno di loro lasciò gli onori, altri grandi ricchezze, altri la patria”. Democrito arriva a dire che qualcuno di questi “si è cavato gli occhi” privandosi del bene della vista “per occuparsi più liberamente a considerare la verità delle cose con la luce spirituale”. Gesù! C’è da rabbrividire! Non è certamente un comportamento da imitare, ma pensiamo: non capita anche a noi di chiudere gli occhi quando vogliamo fermarci a considerare intensamente qualcosa di importante o quando vogliamo concentrarci nella preghiera senza essere distratti da elementi esterni? Continua il Salesio: “Allorché il nostro spirito, innalzato al di sopra del lume naturale, comincia a vedere le sacre verità della fede, o Dio, Teotimo, quale gioia! L’anima si scioglie di piacere udendo la parola del suo celeste Sposo, più dolce e soave del miele di tutte le scienze umane”. Vedere le verità della fede significa non solo contemplarle, ma anche viverle attraverso le opere che essa richiede di compiere. Il resto, a lunedì.

Preghiamo

Signore, Tu ci hai fatto il dono della fede: aiutaci a viverla profondamente riconoscendo Te in tutti i nostri fratelli e le nostre sorelle. Amen

Ed oggi lasciamoci “abbagliare” dalla bontà di Dio. Buona giornata e buona domenica,

PG&PGR