9 Febbraio 2023: Messaggio alla Comunità Parrocchiale

Carissimi,

certamente vi sarete accorti che nei titoli degli ultimi capitoli ricorre, con insistenza, il termine “beati” e il dodicesimo, che iniziamo oggi e quelli che seguiranno, non fanno eccezione: “Dell’unione eterna degli spiriti beati con Dio nella visione della nascita eterna del Figlio di Dio”. Attenzione! Per “nascita eterna” il de Sales si riferisce alla generazione del Figlio, Parola eterna del Padre che da Lui è nato “prima di tutti i secoli”, cioè fin dall’eternità, come professiamo nel “Credo”. Forse qualcuno si sarà anche chiesto chi sono questi “beati” di cui si parla? Certamente sono coloro che già godono della visione beatifica di Dio senza però dimenticare la vocazione alla beatitudine (santità) per tutti gli uomini di buona volontà che Gesù stesso, all’inizio del “Discorso della montagna”, chiama con questo nome (Cfr. Mt 5, 3-12). L’Autore, esordendo con una invocazione allo Spirito Santo, cosa che anche noi dovremmo imparare a fare all’inizio di ogni nostra attività, dice che il nostro intelletto (la nostra anima) vedrà Dio “vedrà Dio stesso, faccia a faccia, contemplando con uno sguardo di presenza vera e reale la sua essenza divina, ed in essa tutte le sue infinite bellezze: l’onnipotenza, la somma bontà, la somma sapienza, la somma giustizia e tutto il rimanente abisso delle perfezioni”. Questa “somma bellezza”, questo “abisso di perfezioni si realizza nella generazione del Figlio, “primogenito tra molti fratelli” (Rom 8, 29b), che, col Padre “non può che essere un medesimo Dio, assolutamente uno con lui, senza divisione e separazione”. Il Figlio, continua il Nostro “nacque eternamente ad immagine e somiglianza del Padre: immagine e somiglianza viva e naturale che non rappresenta nessun accidente né esteriorità, poiché Dio è totalmente sostanza”. Facciamo attenzione a comprendere bene quel termine, “accidente” che, anche nella lingua italiana, indica ciò che è “estraneo” o  “fortuito” ad un qualcosa e viene utilizzato anche nel campo della medicina o in quello musicale. Nel “Credo” professiamo ancora che il Figlio è “Dio da Dio, Luce da Luce, Dio vero da Dio vero; generato, non creato, della stessa sostanza del Padre”. E nel testo il Salesio aggiunge che il Figlio “è immagine che rappresenta la sostanza propria del Padre così vivamente, così naturalmente, sia nell’essenza che nella sostanza, che per tale motivo non può che essere lo stesso Dio, con lui, senza alcuna distinzione o differenza qualsiasi o di sostanza, ma con la sola distinzione delle Persone”. Ricordiamoci che “Unità e Trinità di Dio” è il primo dei Misteri Principali della Fede.

Alla Santissima Trinità rivolgiamo la nostra preghiera:

O Trinità beata, unico Dio in tre persone, Padre che ci hai creati, Figlio che ci hai redenti, Spirito Santo che santifichi la nostra vita e quella di tutta la Chiesa, rendici sempre più degni di essere chiamati ed esserlo realmente, Figli di Dio. Amen

Ed oggi, senza alcuna pretesa di comprenderlo pienamente, lasciamoci avvolgere da questo grande e santo mistero. Buona giornata,

PG&PGR