3 Marzo 2023: Messaggio alla Comunità Parrocchiale

Carissimi,

nella seconda parte del sesto capitolo, Francesco di Sales insiste nel sottolineare, come se volesse essere sicuro di essersi espresso chiaramente, che le nostre azioni secondo il cuore di Dio, sono sempre e comunque ispirate dall’azione dello Spirito Santo che, è vero, si affida alla nostra volontà che, però, “potrebbe impedire gli effetti dell’ispirazione…che deriva la sua forza e la sua efficacia dalla bontà divina, da cui trae origine, e non dalla volontà umana, dove termina”. Per spiegarsi meglio richiama alla nostra memoria la “parabola” della principessa ammalata che aveva narrato nel capitolo terzo del Terzo libro e che abbiamo letto insieme il 20 gennaio scorso; ricordate? Speriamo di sì. E ci chiede: “Noi ci si indignerebbe  contro la principessa della nostra parabola, se essa si vantasse di aver dato efficacia e forza alle acque medicinali e ai farmaci , o di essere guarita da sola, soltanto perché , mentre era mezza morta e quasi completamente priva di coscienza,   se non avesse inghiottito i rimedi che il re le somministrava aprendole la bocca a viva forza, essi non avrebbero avuto effetto? Continua nel suo paragone dicendo che quei farmaci hanno avuto effetto solo perché la poveretta ha acconsentito ad assumerli. Ma è la prontezza dell’intervento del suo sposo che, aprendole la bocca, glieli fa bere salvandole la vita; da sola non ne avrebbe avuto la forza: La risposta alla domanda possiamo darla se ci immedesimiamo nella Principessa ammalata, se consideriamo quel medicinale salva-vita come l’ispirazione divina e dove il re, lo sposo, che ci aiuta ad accoglierla è Dio stesso. Dunque, senza timori o remore…apriamola ‘sta bocca! Sapete da che cosa proviene l’espressione “avere delle remore”? Ci viene in aiuto l’amico Plinio: la remora è uno strano pesce che, attraverso una ventosa che ha sul dorso, si attacca alla chiglia delle piccole imbarcazioni, soprattutto a vela, e ne rallenta la navigazione. Allo stesso modo, le nostre remore, i nostri timori, le nostre perplessità, limitano la “navigazione” verso l’accoglimento della divina ispirazione. Commenta l’Autore: “Il nostro libero arbitrio può impedire o arrestare il cammino dell’ispirazione, e quando il vento favorevole della grazia celeste gonfia le vele del nostro spirito, dipende dalla nostra libertà rifiutare il consenso ed impedire in tal modo l’effetto del favore del vento”. Non serve, dunque, accampare giustificazioni umane quando la nostra volontà si contrappone a quella di Dio. “Ma – continuaquando il nostro spirito naviga e continua felicemente la sua navigazione, non siamo noi che facciamo soffiare il vento dell’ispirazione, né che gonfiamo le vele, né che imprimiamo movimento alla nave del nostro cuore; noi non facciamo altro che ricevere il vento che viene dal cielo, acconsentire al suo movimento e lasciar andare la nave sottovento, senza ostacolarla con la remora della nostra resistenza”.Il nostro libero arbitrio, quando acconsente all’ispirazione divina, riceve forza e aiuto sentendosi spronato “così dolcemente che, per tale mezzo, si piega e passa, liberamente dalla parte del bene”. Quando però il libero arbitrio fa “orecchi da mercante”…beh, traete voi le conseguenze. Francesco conclude il capitolo con questo incoraggiamento: “Se abbiamo un po’ di amore verso Dio, sia onore e gloria a Lui che tutto ha operato in noi e senza il quale niente è stato fatto (Cfr. Gv 1,3), a noi sia l’utilità e la riconoscenza; perché questa è la parte che ci riserva la sua bontà; ci lascia il frutto dei suoi benefici e si riserva l’onore e la lode; e siccome tutti noi non siamo niente senza la sua grazia, non dobbiamo essere niente che per la sua gloria.” Se abbiamo un po’ di amore…

Preghiamo

Concedi, o Signore, alla tua Chiesa di prepararsi interiormente alla celebrazione della Pasqua, perché il comune impegno nella mortificazione corporale porti a tutti noi un vero rinnovamento dello spirito. Amen

Che oggi il nostro amore verso Dio si manifesti aprendo maggiormente il cuore ai doni dello Spirito. Buona giornata,

PG&PGR