21 Aprile 2023: Messaggio alla Comunità Parrocchiale

Carissimi,

“La fede –prosegue il nostro Autore- assicurandoci della infinità del bene che si trova in Dio, ci dà motivo sufficiente per amarlo con tutte le nostre forze”. La scienza umana si impegna continuamente nella ricerca per migliorare le condizioni di vita dell’uomo; è una ricerca, non una certezza, ma ogni piccolo successo è un passo in avanti. I cercatori d’oro scavavano nella roccia o setacciavano i fiumi per un bene che era soltanto sperato, ma una volta trovato un filone o una piccola pepita, si impegnavano maggiormente nella loro attività. Alla stessa maniera, continua il Salesio: “Una conoscenza oscura, circondata da molte nubi, come quella della fede, ci affeziona infinitamente all’amore della bontà che ci fa intravedere. Oh! Com’è vero, secondo quanto afferma Agostino che «gli ignoranti rapiscono il cielo» mentre molti dotti si inabissano nell’inferno”. Evidentemente Sant’Agostino e Francesco non vogliono lodare l’ignoranza, ma la fede che, spesso, porta i semplici a scoprire, meglio e prima dei dotti, la bellezza dell’opera di Dio. Aggiunge il Nostro: “L’esperienza di un bene ce lo rende infinitamente più amabile di tutte le conoscenze che se ne potrebbero avere. Noi iniziamo ad amare per mezzo della conoscenza che la fede ci dà della bontà di Dio, che in seguito gustiamo ed assaporiamo per mezzo dell’amore, e l’amore acuisce il nostro piacere e il nostro piacere affina il nostro amore”. A conferma di questo l’Autore cita il libro del Siracide (24,29) dove la Sapienza lodando se stessa dice: “Quanti si nutrono di me avranno ancora fame e quanti bevono di me, avranno ancora sete”. Poi, proseguendo, mette a confronto un grande filosofo medievale, Guglielmo di Occam con Santa Caterina da Genova, chiedendo: Chi dei due ha amato di più Dio? Il primo lo ha conosciuto meglio per la scienza, la seconda per l’esperienza, e l’esperienza di questa santa l’ha condotta molto avanti nell’amore serafico, mentre l’altro, con tutta la sua scienza, è rimasto molto lontano da una così eccelsa perfezione”. Senz’altro avrete sentito tante volte l’espressione “fare esperienza di Dio”. Ma l’esperienza di Dio presuppone l’amore per Lui in quanto il più delle volte non si arriva a questa attraverso la “scienza” e lo studio, ma solo attraverso l’amore. Con questo non si vuole dire che la scienza si oppone all’amore, anzi, si dovrebbero aiutare scambievolmente. Purtroppo spesso, annota il de Sales, “a causa delle nostre miserie” la scienza impedisce la nascita della devozione ‘perché la scienza gonfia’ (Cfr. 1 Co 8,2) e inorgoglisce e l’orgoglio, che è contrario ad ogni virtù, è la rovina totale della devozione”. Ma, evidentemente, non bisogna generalizzare in quanto la scienza teologica di tanti santi dottori del passato “ha affinato la loro devozione, come, a sua volta, la loro devozione non soltanto ha innalzato, ma anche profondamente perfezionato la loro scienza”.

Preghiamo

Signore aiutaci ad amarti nella semplicità senza avere la presunzione di comprendere sempre il Tuo agire e tienici lontano da tutto ciò che rischia di diventare orgoglio. Amen

Ed oggi, con semplicità ed amore, cerchiamo di fare qualche passo in avanti. Buona giornata,

PG&PGR