27 Maggio 2023: Messaggio alla Comunità Parrocchiale

Carissimi,

terminiamo oggi il secondo capitolo, questa sorta di “casistica” che Francesco ci propone su come, attraverso la preghiera, l’anima si unisce a Dio. Dice: “Qualche volta questa unione si opera in modo che il nostro cuore non avverta né l’operazione divina in noi, né la nostra cooperazione, anzi scopre l’unione soltanto quando è già stata insensibilmente attuata” come accadde a Giacobbe (Cfr. Gen 29,25) e a Sansone (Cfr. Gdc 16,8). C’è da sottolineare, però, che questi furono vittime di inganni, mentre Dio non ci inganna mai. Anche quando le cose vanno “storte” ad opera dell’uomo, Lui, poi, pensa a “raddrizzarle”. Infatti Giacobbe, nonostante l’imbroglio di Labano, riuscì poi ad avere in sposa l’amata Rachele e Sansone, pur cadendo nel tranello di Dalila, dopo aver ripreso le sue forze, causò la morte di molti Filistei, nemici del popolo d’Israele, «più di quanti ne avesse uccisi in vita» (Gdc 16,30). Altre volte, ancora, questa unione coinvolge la volontà e l’intelletto: “l’amore pone una speciale e profonda attenzione nei nostri occhi corporali per indirizzarli a contemplare ciò che amiamo”. Infine, aggiunge il Salesio concludendo questa “carrellata”: “Altre volte questa unione si opera con tutte le facoltà dell’anima, che si raccolgono intorno alla volontà…per dare maggiore possibilità alla volontà di attuare la propria unione” con Dio. Francesco, per farci capire meglio come l’unione con Dio possa anche essere inconsapevole, ci invita a riflettere sul brano del Vangelo di Marco (9,36): Gesù, Dio fatto uomo, delicatamente, prende un bambino in braccio e lo stringe a sé; quel bambino era inconsapevole di ciò che accadeva, non oppone resistenza alle divine carezze. Ma anche il Dio fatto uomo, abbracciato e stretto a sé dal vecchio Simeone, è umanamente ignaro del fatto e non dà “in alcun modo segno di cooperare a tale unione” (Cfr. Lc 2,28). E’ molto bello, a questo proposito, ciò che si leggeva ai Primi Vespri e al Mattutino della festa della Presentazione al Tempio di Gesù, nel breviario di Pio V in uso all’epoca di Francesco: «Il vecchio portava il bambino, ma il bambino sosteneva il vecchio». Il Nostro, purtroppo senza citare le fonti, dice che San Bonaventura, per estrema umiltà di fronte all’Eucarestia, “si ritraeva dalla presenza reale” non unendosi a Nostro Signore fin quando, un giorno durante la messa, il Signore stesso gli porse l’ostia consacrata. Santa Caterina, al contrario “desiderava ardentemente Nostro Signore nella santa comunione, premendo e stringendo la propria anima e il proprio affetto a quel fine”. Ed ecco la riflessione dell’Autore: con San Bonaventura fu il Signore aa iniziare l’unione; con Santa Caterina “sembra sia stata lei ad iniziare l’azione per unirsi al Salvatore”. Ad ogni modo l’unione “avviene sempre esclusivamente per grazia di Dio che ci attira a sé”. Vi chiediamo un po’ di pazienza, ma ci sembra molto bello il modo in cui Francesco termina il capitolo; ve lo vogliamo proporre integralmente: “Il santo amore del Salvatore ci preme. O Dio, quale modello di eccellente unione! Egli si era unito alla nostra natura umana per grazia, come la vite all’olmo, per renderla in qualche modo partecipe del frutto; ma vedendo che tale unione era stata distrutta dal peccato di Adamo, egli operò un’unione più stretta e più forte nell’Incarnazione, in virtù della quale la natura umana rimane per sempre congiunta nell’unità della Persona alla Divinità; e affinché non solo la natura umana, ma tutti gli uomini potessero unirsi intimamente alla sua bontà, istituì il sacramento della santissima Eucaristia, al quale tutti possono partecipare per congiungere a sé  il Salvatore, realmente e per modo di cibo. Teotimo, questa unione sacramentale ci incita e ci aiuta verso quella spirituale di cui stiamo parlando”.

Preghiamo

Signore Gesù, tu hai voluto che l’uomo potesse unirsi più intimamente a Te attraverso il Tuo stesso corpo e sangue. Per la forza di questo Sacramento di salvezza, uniscici sempre più intimamente a Te. Amen

Ed oggi, attraverso una preghiera più intensa, stringiamoci maggiormente al Padre celeste chiedendo per noi e per il mondo intero, un rinnovato dono dello Spirito. Buona giornata e buona Solennità di Pentecoste,

PG&PGR