17 Giugno 2023: Messaggio alla Comunità Parrocchiale

Carissimi,

“Qualche amante divino è morto soltanto d’amore” è il titolo dell’undicesimo capitolo che iniziamo oggi e il de Sales, dopo un breve preambolo sul morire “per l’amore e nell’amore”, afferma che “il sommo grado lo raggiunge chi muore d’amore”. Cosa intende dire? Dove è la sottile differenza? Ecco la spiegazione che ne dà: alcune anime sono “prepotentemente” attirate dalla dolcezza dello Sposo divino, tanto che il loro corpo diventa un ostacolo alla realizzazione delle perfetta unione. E allora “non potendosi trascinare dietro il proprio corpo, piuttosto che fermarsi con lui tra le miserie di questa vita, lo abbandona e se ne separa, volando sola, come una bella colomba, nel seno delizioso del suo celeste Sposo”. Per favore, non alziamo gli occhi al cielo pensando: Ma…sarà…! Siamo ben coscienti che è un pensiero forte, che non è per tutti e che pochi riescono a far proprie le parole di san Paolo che, nella Lettera ai Romani (7,24) esclama: «Chi mi libererà da questo corpo votato alla morte?». Francesco non vuole forzare la mano per invitarci a lasciare prematuramente la vita, ci mancherebbe altro, e per esemplificare questo concetto cita un versetto biblico (Cfr. Gen 2,24) e dice: “Come lo sposo lascia il padre e la madre per unirsi all’amata, così quella casta sposa (l’anima) lascia la carne per unirsi al suo Diletto”. Il pensiero dell’Autore, e non potrebbe essere diversamente, vola al Poverello di Assisi che, nonostante le sue infermità e malanni fisici “Dio volle che non soltanto morisse per amore, ma che morisse d’amore”. Le biografie di san Francesco ci dicono che, vedendosi prossimo alla morte, egli volle essere adagiato nudo, sulla nuda terra, ricoperto solo da un telo di iuta ricevuto in elemosina e dopo aver esortato i fratelli all’amore di Dio e della Chiesa, chiese che si leggesse il racconto della Passione del Signore. Il Salesio immagina le sue ultime parole ispirate ai salmi: “Signore, libera la mia anima dalla prigione, affinché io benedica il tuo santo nome; i giusti mi aspettano fino a che tu mi dia la ricompensa”. In verità le ultime parole di san Francesco d’Assisi, valide non solo per i suoi seguaci di allora, ma ancora oggi per ogni uomo e donna di buona volontà, furono: «Io ho fatto la mia parte; la vostra, Cristo ve la insegni». Lunedì, con altri esempi del Nostro sul “morire d’amore” concluderemo il capitolo.

Al Cuore Immacolato di Maria la cui memoria ricorre oggi, rivolgiamo la nostra preghiera:

O Dio, che hai preparato una degna dimora dello Spirito Santo nel cuore della beata Vergine Maria, per sua intercessione concedi anche a noi, tuoi fedeli, di essere tempio vivo della tua gloria. Amen

Francesco d’Assisi ha fatto la sua parte, Francesco di Sales la sua; noi, oggi, con l’aiuto di Dio, impegniamoci a fare la nostra. Buona giornata e buona domenica,

PG&PGR