11 Marzo 2024: Messaggio alla Comunità Parrocchiale

Carissimi,

“L’amore sacro rende le virtù enormemente più gradite a Dio di quanto non lo siano per loro natura”. Questo è il titolo del secondo capitolo che iniziamo oggi. Francesco di Sales esordisce con una nota di botanica dicendo che le fragole di bosco, nonostante crescano per terra e a contatto con animali velenosi, non ne vengono contaminate. Non sappiamo quanto questa affermazione corrisponda alla verità scientifica, ma è importante ciò che aggiunge: “Così sono le virtù umane, Teotimo, che, anche se si trovano in un cuore basso, terreno e fortemente occupato dal peccato, non di meno non sono contagiate dalla sua malizia perché sono di natura così schiette e innocenti che non possono essere corrotte dalla associazione al male”. Nonostante ciò che abbiamo letto nel capitolo precedente, e cioè che quando i pagani compiono opere buone secondo la natura questo bene è accetto a Dio, ora l’Autore fa un passo in più parlando del premio eterno, quello che è riservato a coloro che accolgono Dio nella loro vita: “L’eredità celeste è appannaggio del Figlio di Dio, nessuno vi può essere associato se non si trova in lui e non sia suo fratello di adozione”. Le virtù naturali, proprio perché tali, non potrebbero essere equiparate a quelle che scaturiscono dall’amore di Dio, ma, prosegue il Nostro “le virtù che si trovano negli amici di Dio, anche se sono soltanto morali e naturali per loro natura, vengono nobilitate ed innalzate alla dignità di opere sante per l’eccellenza del cuore che le genera”. Dunque quello che fa la differenza è il rapporto con Dio, l’amicizia che si stabilisce con lui. Essere amici di Dio! Ma ci pensate? C’è chi darebbe chissà che cosa per essere amico di qualche personaggio famoso, qualche VIP, o almeno per avere un suo autografo da esibire agli altri. Ma qui è Dio che, non solo ci permette, ma desidera che diventiamo suoi veri amici. E l’uomo, anche il credente, quante volte nasconde questa amicizia di fronte agli altri? Francesco ci dice ancora che “una delle proprietà dell’amicizia è che essa rende gradito l’amico e tutto ciò che di onesto e di buono c’è in lui; l’amicizia allarga la sua grazia e il suo favore su tutte le azioni di colui che si ama…Tutte le azioni virtuose di un cuore amico di Dio sono dedicate a Dio: infatti, il cuore che ha dato se stesso, come può non aver dato tutto ciò che dipende da lui?” Chiediamoci se noi cristiani siamo veramente orgogliosi di questa amicizia che non è generalizzata, ma diretta, in modo singolare, verso ognuno di noi e ci coinvolge in modo personalissimo.

Preghiamo

Dio fedele e misericordioso, in questo tempo di penitenza e di preghiera disponi i tuoi figli a vivere degnamente il mistero pasquale e a recare ai fratelli il lieto annunzio della tua salvezza. Amen

Avanti, fratelli e sorelle, e non vergogniamoci di dire con orgoglio: sono amico/a di Dio. Buona giornata,

PG&PGR